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Resistere al sarcasmo? Ci sto provando!

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Pixabay

Aleteia - pubblicato il 15/12/15

Perché per l'Anno della Misericordia non proviamo a darci un taglio?

di Larry D.

Il sarcasmo è il linguaggio del diavolo: per questo da molto tempo vi ho praticamente rinunciato .

Thomas Carlyle

Qualche giorno fa Elizabeth Scalia ha twittato il post di Aleteia 54 modi per essere misericordiosi durante l’Anno Giubilare della Misericordia (Aleteia, 7 dicembre 2015). Dopo averlo letto, ho ritwittato: “Non mentirò. Il numero 1 è un macello”. Ecco come mi è stato chiesto di scrivere questa riflessione. Se avete letto il mio blog, sapete che posso essere sarcastico – lo dico senza cenni di orgoglio. C’è una linea sottile che divide il sarcasmo dalla satira, e a volte la supero.

Perché resistere al sarcasmo è difficile? Risposta breve: posso essere uno stupido, e mi viene bene. Risposta lunga: visto che Elizabeth voleva una riflessione breve, mi atterrò alla risposta breve.

L’Anno Giubilare della Misercordia è il momento perfetto per affrontare questo argomento.

Sarcasmo deriva dalla parola greca sarkazein, che significa “togliere la carne”. È un velociraptor verbale, capace di strappare la carne dall’osso in modo più preciso di qualsiasi dente o artiglio. Separa, ma non nel modo in cui lo fa la Scrittura. La parola di Dio è “più tagliente di ogni spada a doppio taglio” (Eb 4, 12), separa la verità dalle menzogne. Il sarcasmo, tuttavia, separa la verità dalla verità, la dignità dal carattere. La parola di Dio è il Verbo, che è venuto per portarci la vita, per mostrarci la misericordia di Dio. Il sarcasmo è spietato, e quindi capisco la decisione di Carlyle. Satana ama il sarcasmo, perché lascia ferite che sono difficili da guarire.

Le opere spirituali di misericordia sono atti caritatevoli con cui istruiamo, consigliamo, consoliamo e confortiamo il nostro prossimo. Siamo chiamati a sopportare i torti con pazienza e a perdonare le offese. Molto spesso sui social media, e nei blog cattolici, testimoniamo sarcasmo mascherato da correzione fraterna, insulti camuffati da istruzioni. Si offende ma si perdona raramente. Se la misericordia è un frutto della carità (CCC 1829), allora bisogna rinunciare al sarcasmo. Quel momento effimero di soddisfazione compiaciuta dopo una replica irritata non vale l’animosità prolungata, il danno alla dignità e la perdita di fede e fiducia. L’ho sperimentato. L’ho provocato.

La misericordia è un atto con cui le cose vengono rimesse al proprio posto. L’inizio dell’Anno della Misericordia è per me un momento per rimettere in sesto le cose. San Giacomo non risparmiava parole quando ha scritto: “ma la lingua nessun uomo la può domare: è un male ribelle, è piena di veleno mortale. Con essa benediciamo il Signore e Padre e con essa malediciamo gli uomini fatti a somiglianza di Dio. È dalla stessa bocca che esce benedizione e maledizione. Non dev’essere così, fratelli miei!” (3, 8-10).

Il primo passo, allora, è questo: chiedo perdono a chi ha sopportato il mio sarcasmo, e chiedo misericordia nel caso in cui dovessi ricadere nella tentazione in futuro. E perdono chi mi ha trattato nello stesso modo.

Questa era la parte facile.

Larry D. ha un blog su Acts of the Apostasy

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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giubileo della misericordia
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