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Citazioni di santi che non avevano motivi per essere grati, eppure…

Pope John Paul II – it

© DERRICK CEYRAC / AFP FILES / AFP

ARGENTINA, Viedma : (FILES) Pope John Paul II is seen in this file picture taken 07 April 1987 in Viedmo, cups his ear during his visit to Argentina.

Catholic Link - pubblicato il 06/12/15

di Becky Roach

In questo periodo dell’anno, nella stagione delle feste, sentiamo sempre parlare dell’importanza della gratitudine Alcuni di noi potrebbero però chiedere cosa dire di quei momenti o di quei periodi della vita in cui non sentiamo di avere niente per cui essere grati.

Spesso le nostre prove possono rendere estremamente difficile e persino doloroso rendere grazie “in ogni cosa” (1 Tessalonicesi 5, 18). I cliché che ci offre la gente – “Fa tutto parte del progetto divino”, “Anche questo passerà” e “Dio non dà mai niente di più di quello che siamo in grado di gestire” – possono essere veri, ma spesso non aiutano a rendere le cose più semplici. Nei momenti di sofferenza e di prova, guardiamo a quanti hanno percorso prima quella via e speriamo di imparare dalla loro saggezza.

Oggi offriamo i consigli di santi che non solo sono riusciti a perseverare nelle avversità, ma sono anche cresciuti in santità a causa delle prove che hanno affrontato. Prendetevi un momento per riflettere su queste 10 citazioni di santi sulla sofferenza e traete spunto dalla saggezza di chi ha affrontato un grande dolore.

Con quale santo vi identificate di più?

1) Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein)

Nacque in una famiglia ebraica nel 1892. Si convertì al cattolicesimo e visse tra mille pericoli nella Germania nazista. Venne rinchiusa in un campo di concentramento e morì nelle camere a gas di Auschwitz nel 1942.

Ciò che non era nei miei piani era nei piani di Dio. In me prende vita la profonda convinzione che-visto dal lato di Dio – non esiste il caso; tutta la mia vita, fino ai minimi particolari, è già tracciata nei piani della provvidenza divina e davanti agli occhi assolutamente veggenti di Dio presenta una correlazione perfettamente compiuta – Santa Teresa Benedetta della Croce

2) San Giovanni della Croce

Crebbe nella povertà, spesso soffrendo la fame. È stato a causa della sua povertà che ha imparato a trovare la gioia solo in Dio piuttosto che nelle cose materiali. Si è unito all’Ordine carmelitano, ma è stato perseguitato per il suo desiderio di riformare il ministero. Il suo stesso Ordine lo ha rapito, lo ha rinchiuso in una cella e lo ha picchiato violentemente tre volte a settimana. San Giovanni ha scritto della “notte oscura dell’anima”, un periodo di aridità spirituale che può essere molto doloroso per chi desidera stare vicino a Dio.

Che vuoi di più, o anima, e perché cerchi ancora fuori di te, dal momento che hai dentro di te le tue ricchezze, i, tuoi diletti, la tua soddisfazione, la tua abbondanza e il tuo regno, cioè l’Amato, che tu desideri e brami? Gioisci e rallegrati pure con Lui nel tuo raccoglimento interiore, poiché lo hai così vicino! Qui desideralo, adoralo, senza andare a cercarlo altrove, poiché ti distrarresti, ti stancheresti senza poterlo né trovare né godere con maggiore certezza e celerità, né averlo più vicino che dentro di te – San Giovanni della Croce

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3) Santa Teresa di Lisieux

Perse la madre quando aveva 4 anni. Veniva accudita dalle sorelle e dal padre, ma poco dopo il suo ingresso in convento il padre venne colpito da una malattia mentale e venne portato in un istituto. Lei soffrì molto per non avere la possibilità di fargli visita. Una delle prove più grandi giunse quando le venne chiesto di rimanere una novizia per paura che la sua famiglia potesse controllare l’Ordine carmelitano. Teresa non avrebbe mai potuto diventare una suora dai voti completi, e le venne detto di chiedere il permesso per tutto ciò che faceva. Come San Giovanni della Croce, sperimentò anche lei “la notte oscura dell’anima”. Questo periodo della sua vita spirituale fu estremamente difficile da affrontare e le provocò grande angoscia. Santa Teresa soffriva di tubercolosi e morì a 24 anni.

Per me la preghiera è uno slancio del cuore, un semplice sguardo gettato verso il cielo, un grido di gratitudine e d’amore, nella prova come nella gioia, insomma, è qualche cosa di grande, di soprannaturale, che mi dilata l’anima e mi unisce a Gesù – Santa Teresa di Lisieux

4) San Josemaría Escrivá

Imparò il significato della sofferenza e del sacrificio quando era giovane a causa della morte delle sue tre sorelle minori e della bancarotta del padre. È stato attraverso queste prove e difficoltà che è arrivato a conoscere Dio.

È molto gradito a Dio il riconoscimento dlela sua bontà attraverso la recita di un Te Deum di ringraziamento, ogni volta che succede qualcosa di straordinario, senza badare se è – come dice il mondo – favorevole o avverso: perché, anche se il colpo di scalpello ferisce la carne, venendo dalle sua mani di Padre, è pur sempre una prova di Amore, che elimina le nostre spigolosità per avvicinarci alla perfezione – San Josemaría Escrivá, Forgia, 609
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5) Santa Gianna Beretta Molla

Venne informata dai medici che doveva scegliere tra il salvare la propria vita o quella del bambino che portava in grembo. Gianna scelse che il suo bambino vivesse. È morta 7 giorni dopo aver dato alla luce Gianna Emanuela, il suo quarto figlio.

Il segreto della felicità è di vivere momento per momento, e di ringraziare il Signore di tutto ciò che Egli nella sua bontà ci manda giorno per giorno –Santa Gianna

6) Santa Faustina

Soffrì malattie fisiche e “la notte oscura dell’anima” nella sua vita spirituale. Forse la cosa più difficile da sopportare furono la derisione, la persecuzione e le critiche subite da parte dei membri del suo Ordine, convinti che fingesse di essere malata e di avere visioni di Cristo.

Gesù quando intende purificare un’anima, usa gli strumenti che vuole. La mia anima si sente completamente abbandonata dalle creature. Talvolta l’intenzione più retta viene interpretata male dalle suore. Questa è una sofferenza molto dolorosa, ma il Signore la permette e bisogna accettarla, perché questo ci fa assomigliare maggiormente a Gesù – Santa Faustina
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7) San Massimiliano Kolbe

Subì la tortura in un campo di concentramento nazista. Si offrì di morire al posto di un giovane marito e padre. Sopportò fame, sete e abusi prima di morire.

Per Gesù Cristo sono pronto a soffrire anche più di così… Non dimentichiamo che Gesù non solo ha sofferto, ma poi è altresì risorto gloriosamente. Ricordiamoci, inoltre, che noi siamo protesi verso la risurrezione anche attraverso la sofferenza – San Massimiliano Kolbe

8) La beata Chiara Luce

Ha ricevuto la diagnosi di un carcinoma osteogenico (un doloroso tumore alle ossa) quando aveva 16 anni. Ha combattuto con la malattia per due anni con gioia, prima di morire nel 1990. È fonte di ispirazione per molti giovani per la sua pazienza e la volontà di servire Dio nonostante il suo dolore cronico.

Soffrivo molto fisicamente, ma la mia anima cantava – beata Chiara Luce

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9) Sant’Agata

Era molto bella e soffrì a causa di questo. Subì aggressioni sessuali e torture perché non voleva rinnegare la propria fede o compromettere i suoi valori morali.

Signore mio Gesù Cristo e padrone di tutto, tu vedi il mio cuore e sai qual è il mio desiderio che solo tu mi possieda, giacché tutta a te mi sono data. Conservami contro questo tiranno e rendimi degna di vincere il demonio che insidia la mia anima. E in prigione: Signore, mio creatore, mi hai protetta da quando ero nella culla. Mi hai presa dall’amore del mondo e mi hai dato la pazienza per soffrire. Ora ricevi il mio spirito – Sant’Agata

10)Papa San Giovanni Paolo II

Conosceva il dolore legato alla perdita delle persone più care. Perse la madre quando era bambino, e quando aveva 20 anni erano già morti anche il padre e il fratello. Rimase senza parenti prossimi. Molti di noi possono ricordare la gioia e lo zelo con cui questo grande santo ha vissuto nonostante le prove affrontate.

Soffrire significa diventare particolarmente suscettibili, particolarmente aperti all’opera delle forze salvifiche di Dio, offerte all’umanità in Cristo. In lui Dio ha confermato di voler agire specialmente per mezzo della sofferenza, che è la debolezza e lo spogliamento dell’uomo, e di voler proprio in questa debolezza e in questo spogliamento manifestare la sua potenza – San Giovanni Paolo II

Dopo aver letto la storia della vita di questi grandi santi potremmo chiederci come siano riusciti a trovare gioia e gratitudine in mezzo alle loro lotte. Affrontare malattie dolorose e la morte, la perdita delle persone care, lo scherno da parte di chi si ama, la persecuzione e l’aridità spirituale nella preghiera sono alcune delle cose più angosciose e dolorose che possiamo affrontare in questa vita. E tuttavia sono stati capaci di usare queste prove per crescere nel loro amore e nella loro devozione al Signore. Se siete in un periodo della vita che rende difficile essere grati, vi esortiamo a trovare la speranza in Dio. Non permettete alle circostanze di definirvi. Aggrappatevi alla croce e alla vittoria del Cielo, trovate sollievo nella Scrittura e pregate usando il Rosario per aiutarvi a trovare le parole che il vostro cuore ha bisogno di pronunciare. Siate certi che siete anche nelle nostre preghiere. Il Signore vi benedica e vi rafforzi.

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[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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Tags:
santi e beatitestimonianze di vita e di fede
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