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L’Avvento è proprio quello di cui abbiamo bisogno noi peccatori

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Jorbasa Fotografie CC

padre Robert McTeigue, SJ - pubblicato il 03/12/15

Quelli di noi che non sono ancora pronti ad abbandonare le cose e gli idoli a cui sono attaccati hanno un po' di tempo per prepararsi al Natale

Il periodo dell’Avvento è arrivato e nessuno se ne sorprende – ma forse dovremmo. E forse la sorpresa dell’Avvento non è piacevole. Ma l’Avvento è (o almeno dovrebbe essere) un’indicazione sulla sorpresa più improbabile e sconcertante che la razza umana abbia mai conosciuto. Il periodo dell’Avvento è un’indicazione del periodo del Natale, la celebrazione dell’Incarnazione di Nostro Signore, quando il Cristo di Dio che è il Figlio prediletto di Dio è diventato il Figlio di Maria, umano come noi in tutto fuorché nel peccato.

Cosa potrebbe essere più sorprendente, più improbabile, del fatto che il Dio perfetto e santo prenda su di sé i limiti della natura umana e il prezzo del peccato umano? Ma Dio l’ha fatto, nella persona di Gesù di Nazareth. È sicuramente una sorpresa! Ma è una sorpresa piacevole? Non precipitatevi a rispondere. Ascoltatemi.

Quando mia madre era alle scuole superiori, uno dei suoi film preferiti era “Il signore resta a pranzo”, nel quale un critico teatrale dalla lingua affilata fa visita a una famiglia “ordinaria” dell’Ohio. Quando sta per lasciare la casa, cade e si rompe una gamba. Viene riportato dentro e vi rimane sei mesi per riprendersi, e poi domina la casa e i suoi occupanti. La sceneggiatura è la massima esemplificazione dell’osservazione della giornalista Ann Landers per cui “l’ospite è come il pesce – dopo tre giorni manda cattivo odore”.

La mia osservazione è questa: il Figlio di Dio si è fatto uomo non come mero ospite, gradito o meno, ma come residente permanente nella vita umana. Ma anche questa affermazione presenta la questione in modo troppo blando. Quando Dio diventa uomo, viene per restare, e viene come il Signore. Nell’Incarnazione, Gesù, Figlio di Dio e Figlio di Maria, è diventato e rimane per sempre il fattore decisivo, misura e obiettivo della condizione umana. Dal primo momento dell’Incarnazione, tutte le azioni e le parole umane devono essere riferite a Gesù Cristo come significato della vita umana. Da quel momento in poi, tutto ciò che afferma di essere umano non è pienamente umano a meno che non venga visto nella luce di chi è Gesù, di quello che ha detto e fatto, e di ciò che ha promesso.

In altre parole, la sorpresa potenzialmente spiacevole che l’Avvento potrebbe indicare è che noi umani, a livello individuale o collettivo, non abbiamo l’ultima parola su cosa significhi essere umani, o su come vivere la vita umana bene o male. Come risultato dell’Incarnazione, la saggezza umana può essere autenticamente saggezza umana solo se si armonizza con l’opera e gli scopi di Gesù Cristo per l’umanità in questa vita e in quella che verrà. Quello che sottolineiamo a Natale è che Cristo è venuto a noi non come semplice ospite o residente, ma come Salvatore e come Re. L’Avvento ci ricorda che dobbiamo prepararci a ricevere questo dono straordinario ed esigente.

In base a quanto amiamo il nostro peccato, la questione può essere una sorpresa spiacevole, e profondamente scomoda. Gesù è venuto ad elevarci dalla nostra oscurità. È venuto a purificarci dalla nostra malvagità, e a prepararci per la vita eterna in unione con l’amore infinito di Dio. Ciò vuol dire che non sono ammessi male, egoismo e odio.

Se siamo pronti, proprio in questo momento, a rinunciare con decisione ai nostri attaccamenti e desideri disordinati, e se siamo pronti proprio ora ad abbattere i nostri idoli, allora saltiamo direttamente l’Avvento e celebriamo il Natale. Celebriamo tutti l’Incarnazione, il dono inaspettato del Dio fatto Uomo che è venuto tra noi e ha rifiutato di andarsene.

Se però siete come me e vi ritrovate a tergiversare tra il peccato e l’aspirazione ad essere giusti, allora l’Avvento è un periodo di grande misericordia. L’Avvento è un dono perenne che vuole risvegliarci alla verità più scomoda di tutte – nella fattispecie, che solo i puri possono vedere Dio e rimanere in vita. Il Figlio di Dio è diventato uomo per tutti noi e per ciascuno di noi. Si è unito alla natura umana perché potessimo essere uniti eternamente alla natura divina. La perfezione della vita umana richiede che accettiamo la grazia di Dio e i suoi mezzi di purificazione. La verità scomoda indicata dall’Avvento è che siamo fatti per una gloria eterna che siamo liberi di accettare o rifiutare. E alla fine, Dio ratificherà qualsiasi decisione prenderemo.

Trascorriamo allora questo Avvento come persone che hanno un percorso da compiere e una decisione da prendere. Siamo pellegrini che passano attraverso questa vita finita nel loro cammino verso la vita eterna. In questo Avvento, mettiamo da parte qualsiasi cosa ci porti fuori strada o ci rallenti. Ciascuno di noi ha una lista unica di ciarpame e illusioni da cui si deve liberare – i nostri peccati, le nostre menzogne e i nostri idoli – se vuole trovare la grazia del Natale indicata dall’Avvento. Prima di Natale, dite a voi stessi, a Dio e a un’altra persona che in questo Avvento farete un atto di carità, che nominerete e rinuncerete a un’abitudine peccaminosa, e che vi confesserete. Se fate questo, è probabile che la gioia del Natale indicata dall’Avvento getterà radici nel vostro cuore.

Padre Robert McTeigue, S.J.è membro della provincia del Maryland della Compagnia di Gesù. Docente di Filosofia e Teologia, ha una lunga esperienza in direzione spirituale, ministero di ritiri e formazione religiosa. Insegna Filosofia presso la Ave Maria University ad Ave Maria, Florida, ed è noto per le sue lezioni di Retorica ed Etica Medica.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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