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Susanna Tamaro: “la nostra società è drammaticamente malata di amore”

Miriam Diez Bosch - Aleteia - pubblicato il 30/11/15

La scrittrice di bestseller crede che la società sia “malata d'amore”

“Del cristianesimo bisogna innamorarsi”, ci racconta in quest’intervista concessa ad Aleteia Susanna Tamaro. E proprio nella settimana in cui a Parigi si discute del clima, la celebre autrice di “Va dove ti porta il cuore” mette in guardia sui pericoli legati alle derive ideologiche dell’ecologismo e spiega allo stesso tempo il rapporto necessario tra l’uomo e l’animale.

La Tamaro, nel suo rifugio in campagna, affronta temi come la morte, l’amore, la famiglia, i legami affettivi e la funzione della letteratura in un mondo privo d’amore.

L’amore circonda sempre la sua scrittura.

Susanna Tamaro: Penso veramente che la mancanza dell’amore sia il grande male della vita, cioè, non c’è nessun altro male e l’unica terapia di questo male è l’amore stesso. Non ci sono terapie psicologiche, si può avere degli aiuti, ma è soltanto l’amore totale che guarisce le ferite dell’amore.

La nostra società è drammaticamente malata di amore.

C’è tanto amore narcisista, c’è tanto amore possessivo, c’è tanto amore di proprietà. Vediamo adesso come le persone si ammazzano, tu mi lasci-io ti uccido. C’è proprio una follia antropologica altro che spirituale. Non c’è altro da dire che l’amore è dono in sé e solo in quanto dono poi rigenera un’altra vita.

La letteratura non ci lascia in pace. Ci scuote.

Susanna Tamaro: La letteratura è nata propria per turbare, è fatta propria per turbare. C’è una frattura tra il lettore di adesso e quello che è il vero compito della letteratura.

Io ho fiducia nei giovani, perché vedo che quando ai ragazzi hanno dato dei libri buoni, loro capiscono, qualcosa risuona in loro. Capiscono cosa li nutre e non li svaga. Va benissimo anche svagarsi, ma la letteratura, la scrittura, è fatta proprio per nutrire le persone, non solo per svagarle.

Chi scrive, si mostra.

Susanna Tamaro: Per scrivere bisogna avere molto coraggio. Perché scrivere è proprio spogliarti, e devi esibire la tua nudità umana ma senza compiacimento.  Non un’esibizione narcisista ma un dire io ho questa capacità di guardare dentro l’anima e la uso fino in fondo, senza mettere delle barriere per nascondermi. Perché questo è il dono che ho avuto e le altre persone possono trarre giovamento da questo dono soltanto se io sono veramente molto onesta.

Invece l’artista è colui che si mette completamente a nudo, senza timore, perché non c’è narcisismo in questo mestiere: è un offrirsi attraverso il dono al lettore. La mia vita è riservata, privata. La mia anima è pubblica.

Perché nel suo mondo si intrecciano sempre questi legami familiari?

Susanna Tamaro: Nei nostri genitori c’è un po’ il segreto anche della nostra vita. Dunque indagare nelle radici, nella famiglia, nei rapporti, è fondamentale perché noi siamo fatti di relazioni affettive e le prime relazioni sono quelle naturalmente con i genitori. Possono essere positive, negative, positivo-negative, ma noi ci definiamo attraverso l’origine dei genitori e per questo è importante.

La letteratura, in fondo, ha parlato sempre delle relazioni affettive.

La natura è una componente importante per lei. È sempre stato così?

Susanna Tamaro: La natura ci parla della bellezza e del mistero della vita, prima di tutto. Perciò ho fatto questa scelta appena ho potuto di andare a vivere in campagna perché anche per scrivere, per andare in profondità, bisogna stare molto soli e anche molto a contatto con la natura.

La natura offre continue metafore quando si scrive, è uno specchio nel quale tu ti guardi e guardi la vita dell’uomo e lei ti rimanda queste metafore che ti aiutano a  interpretare la vita dell’uomo. Penso che se non avesse vissuto questi ultimi 26 anni in campagna, la mia scrittura sarebbe stata molto più povera.

Lei è sempre in compagnia degli animali, non è vero?

Susanna Tamaro: Gli animali sono la pura innocenza, secondo me, ed hanno un cuore che è soltanto pronto al dono. Io ho molto bisogno di questa vicinanza agli animali, anche se non sono un’animalista nel senso ideologico.  Credo che è un’arricchimento reciproco, e un nuovo paradigma uomo-animale è totalmente necessario negli anni a venire: un paradigma che non sia ideologico ma che rispetti la creaturalità che c’è negli animali, dai cani agli animali di cui ci si nutre o che rendono possibile la nostra vita.

Cosa pensa del richiamo di Papa Francesco a un’ecologia più umana?

Susanna Tamaro: Non si può lasciare l’ecologia in mano alle derive ideologiche che alla fine sono derive di stampo pagano e sono pericolose. Tutto riluce nell’amore se si rispetta la visione intera dell’universo come creato. Allora ogni cosa va al posto giusto. Nel momento in cui si tira in ballo una deriva ideologica, quello è proprio il momento in cui c’è molta violenza e molta separazione. Dunque una visione cristiana della natura in questo momento è assolutamente fondamentale.

Che ne pensa della proposta del cristianesimo, in un mondo piuttosto materialista?

Susanna Tamaro: Del cristianesimo bisogna innamorarsi, conoscendo delle persone che ti fanno innamorare.  Io credo che la via cristiana sia la via di massimo compimento dell’essere umano e dunque una via di massima libertà e di massimo amore. Allora, prima di dire io sono cristiano, preferisco che le persone dicano: “ma guarda, come si sta bene con quella persona, come è felice, come è libera, anch’io voglio essere come lei”. Allora posso dire: “va bene, io sono così perché sono cristiana”. Non dico prima il nome e poi il fatto: prima il fatto, e poi ti posso dire anche il nome.

Leggendola, si ha come l’impressione che lei abbia un rapporto quasi naturale con la morte. Come se fosse molto cosciente che siamo finiti, e che non c’è tanto tempo.

Susanna Tamaro: Io adoro la vita. Proprio perché penso alla morte, adoro la vita. E questo è il punto fondamentale. E credo che uno dei mali della nostra società contemporanea sia proprio di aver cancellato questo orizzonte della morte, della finitezza dell’uomo. Dunque tutto perde senso in qualche modo o diventa un gioco folle: se non mi interrogo sul senso del limite, della fine. Infatti nei miei libri si parla costantemente di questo limite, di questo mistero sui quali tutti noi inevitabilmente prima o poi ci affacciamo.

E alcuni si sono convertiti al cristianesimo con i suoi libri.

Susanna Tamaro: I miei libri sono un po’ come una luce nell’opacità delle giornate delle persone e le aiutano a mettere in moto un cammino di cambiamento. E devo dire che è vero: ho avuto anche persone che poi si sono convertite attraverso i miei libri. Hanno chiesto il battesimo, hanno compiuto un vero cammino di fede partendo da ciò che avevo messo nei miei libri. Dunque c’è una verità profonda nei libri – che non è merito mio – e che suscita questi cambiamenti nelle persone.

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