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A Bruxelles c’è un Dio che terrorizza il mondo

Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 24/11/15

Il film comico del regista belga Jaco Van Dormael esce in questi giorni e "rischia" di lanciare un messaggio molto attuale

Parla di religione, è ambientato nella capitale belga, ma non ha niente a che fare con la caccia ai terroristi delle stragi di Parigi: “Dio esiste e vive a Bruxelles“, l’ultimo film di Jaco Van Dormael, è una commedia che si prende beffa della religione, che mostra un Dio in vestaglia e pantofole, crudele e sadico, che si diverte a far soffrire gli uomini, manovrando tutto dalla sua tristissima casa in Belgio.

E’ una commedia dissacrante interpretata da Benoit Poelvoorde, nei cinema italiani dal 26 novembre, nei panni di un Creatore politicamente scorretto, meschino e vendicativo, di casa in Belgio (askanews.it, 23 novembre).

LA TRAMA
Non solo Dio esiste ma vive sulla terra, a Bruxelles, in un normalissimo appartamento insieme alla moglie, ridotta perennemente al silenzio dall’iroso consorte, e alla figlia undicenne Ea, ragazzina ribelle e insofferente nei confronti dell’autorità paterna. Dio non si cura troppo dell’umana sofferenza, anzi sembra divertirsi proprio nel gestire e determinarne le disgrazie attraverso il suo computer.

IL “NUOVISSIMO TESTAMENTO”
Un giorno come tanti Ea decide di opporsi alla crudeltà del padre e, dopo essersi confrontata col fratello maggiore (ovvero Gesù Cristo presente in casa sotto forma si statuetta vivente), ne manomette il pc dopo aver spedito agli esseri umani un sms con la data della loro morte. La ragazzina evade dall’appartamento attraverso l’oblò della lavatrice che la conduce fino ad una lavanderia automatica nel cuore di Bruxelles dove si mette in cerca di sei nuovi apostoli per scrivere insieme a loro il nuovo Nuovissimo Testamento. Sarà la moglie di Dio, insieme alla figlia Ea, a riportare l’equilibrio nel mondo e mettere in ordine il computer del “malefico” (taxidrivers.it, 22 novembre).

IL REGISTA: NULLA A CHE VEDERE CON LA RELIGIONE
Il regista ha premesso: «Penso che quello che sta succedendo in questi giorni non ha niente a che fare con la religione: si tratta di conflitti tra forze che utilizzano la religione per creare paura. Ho cominciato a scrivere il film quando a Parigi c’erano le manifestazioni contro i matrimoni gay, lo stavo montando quando c’è stata la strage a Charlie Hebdo, è ho pensato che bisognava assolutamente continuare ad avere utopie e a credere che si può ridere di tutto, con tutti».

SI DIVERTE A CREARE TERRORE
Eppure questa pellicola trasforma Dio in un essere che esorta a «odiare il prossimo tuo, come odi te stesso». Siamo nell’ambito della satira, come scrive Il Giornale, (24 novembre), ma in un periodo così delicato questa pellicola rischia di tornare così attuale. Il Dio che abita a Bruxelles è infatti responsabile di tutti i mali del mondo. Il toast cade dalla parte della marmellata? Il telefono squilla mentre ti sei appena immerso nella vasca da bagno? Quattro poveri cristi hanno le ore contate? È lui il responsabile, divertendosi ad infliggere pene dal computer di casa.

UN PERSONAGGIO INSOPPORTABILE
Dunque nonostante il tono leggero, si ha l’impressione che questa favola surreale aderisca in modo sorprendente a quanto ci accade intorno, come nota anche Panorama.it (23 novembre): noi di qua, a piangere i morti di Parigi; e questo Dio insopportabile, con la faccia caprina di Pooelvorde, a spargere male a piene mani da Bruxelles.

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