Aleteia logoAleteia logoAleteia
sabato 20 Aprile |
Aleteia logo
Storie
separateurCreated with Sketch.

Un giorno starò con il mio bambino, nel frattempo Dio si prenderà cura di lui

teddy-bear-440498_1920

© thisguyhere

Desde la fe - pubblicato il 23/11/15

La sofferenza di un uomo dopo un aborto e la terapia che gli ha cambiato la vita

In 15 anni, l’Istituto IRMA ha fornito assistenza psicologica a più di 6.000 persone che hanno perso un bambino prima della nascita.

In questo periodo, gli esperti dell’Istituto hanno assistito soprattutto donne, ma l’assistenza psicologica include anche pazienti uomini, che nella maggior parte dei casi dopo un aborto soffrono un dolore simile a quello delle loro partner.

Il 13 novembre, IRMA ha condiviso con Desde la fe la testimonianza anonima di un uomo che nel 2010 ha iniziato un trattamento.

Il giovane, di circa 30 anni, ha raccontato che il dolore di aver perso un figlio è iniziato quando ha preso la decisione sbagliata di recarsi con la sua partner in un ospedale pubblico di Città del Messico per chiedere informazioni sull’interruzione di gravidanza.

“La mancanza di risorse economiche, di un buon lavoro, è stata il fattore principale che ci ha spinti a cercare questa via d’uscita”, ha ricordato.

Quando gli hanno consegnato gli ultrasuoni e ha avuto l’opportunità di vedere “il punto” che mostrava l’esistenza di un bambino, ha sperimentato un forte richiamo della coscienza che ha cercato di ignorare.

“Ho provato a non vedere il puntino, qualcosa dentro di me iniziava a spezzarsi, sono stato sul punto di desistere da quell’idea, ero devastato, pieno di dubbi, ma non ho detto nulla”.

“I medici hanno dato delle pillole alla mia fidanzata. Quello stesso pomeriggio, dopo aver assunto il farmaco, ha iniziato ad avere problemi. Ha cominciato ad avere dei brividi, febbre, dolori, coaguli di sangue, e il colore della sua pelle è cambiato completamente. Siamo dovuti tornare in ospedale d’urgenza. Sentivo che stava morendo. Quando è arrivata ed è stata visitata, i medici mi hanno detto che la procedura non era andata bene e che dovevano farle un raschiamento”.

Il ragazzo ha confessato che quello stesso giorno è dovuto andare a casa della fidanzata per raccontare alla sua famiglia cosa stava accadendo in ospedale. “Quando i suoi genitori l’hanno saputo sono rimasti completamente delusi da me, erano molto arrabbiati, e io mi sentivo davvero male, non riuscivo a capire cosa stesse accadendo intorno a me”.

“I malesseri della mia fidanzata sono proseguiti per molto tempo. Non è stata più bene. Ogni tanto tornavamo in ospedale, aveva altri sanguinamenti, e con il passare del tempo ha iniziato a prendere in considerazione l’idea di uccidersi”.

Da quel momento, il ragazzo ha iniziato a vedersi come un assassino.

“Quando ero in strada mi sentivo malissimo vedendo passare una donna incinta, un bambino, una famiglia. Anch’io ho iniziato a considerare l’idea del suicidio”.

“Un giorno sono entrato in una chiesa e di fronte a Cristo ho iniziato a piangere. Avevo bisogno di aiuto. Nessuno comprendeva i miei sentimenti. Gli amici che avevo all’epoca mi dicevano di dimenticare tutta la questione e di andare avanti con la vita, ma niente era più lo stesso. In poco tempo sono rimasto senza amici”.

Il ragazzo ha raccontato che quando ha iniziato la cura con gli esperti dell’IRMA ha cominciato a comprendere un po’ di più la situazione, i propri sentimenti e il suo ruolo in ciò che era accaduto.

“Uno degli esercizi che mi ha aiutato a stare un po’ meglio è stato dare un nome alla mia bambina – sentivo che sarebbe stata una femminuccia -, scriverle una lettera di perdono, una lettera in cui la affidavo a Dio e chiedevo a Lui di prendersene cura, di proteggerla, di stare con lei tutti i giorni”.

Il cammino non è stato facile, ma con la terapia è riuscito a diventare un uomo più responsabile, disposto ad affrontare le sfide della vita e a comprendere il valore della vita in tutti i suoi stadi.

Oggi accetta le sue imperfezioni come essere umano, sa affrontarle in modo sano ma sa anche che Dio è misericordia e amore illimitato.

“Dio è molto grande. Dio si prende cura con amore e pazienza di mia figlia, e sono convinto che starà con lei finché non avrò il privilegio di abbracciarla”.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

Tags:
abortogenitoritrauma post aborto
Top 10
See More