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La battaglia di Irene accanto a papà Luciano, malato in stato vegetativo

WEB SICK OLD MAN WOMAN HAND © Photographee.eu Shutterstock

© PHOTOGRAPHEE.EU / SHUTTERSTOCK

Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 18/11/15

Questa è una storia che non ha nulla a che fare con eutanasia e "dolce morte". E' la storia di una combattente che vede rinascere man mano il suo genitore

Vivere con un papà che si ritrova da un giorno all’altro in stato vegetativo. Rimodulare la propria vita, trasformare gli obiettivi. Senza mai abbandonare la speranza di vedere rifiorire la persona più cara che si ha.

“Salgo a fare due chiacchiere” di Cristina Petit (edizioni San Paolo) è la storia di Irene, ragazza bolognese, a cui un giorno cambia completamente una vita assolutamente normale. E ne inizia una nuova in clinica, dove assiste tutti i giorni suo padre, Luciano, che dopo un incidente stradale si ritrova immobile in un letto, privo di coscienza.

MALATO LONG-TERM

Ma in questa storia, che si sviluppa nell’arco di un anno, la parola eutanasia non esiste. Irene, insieme ai volontari della clinica, Greg e Anna, si batte per ritrovare suo padre, paziente tra i cosiddetti long-term, quelli che non hanno più chance di recupero funzionale e cognitivo, ma i cui familiari non vogliono perdere la speranza di risveglio. Per questo la gestione del paziente e soprattutto dei familiari è sempre molto complicata.

DALLA DEPRESSIONE ALLA BATTAGLIA

«Potevo cadere in depressione – confessa Irene – potevo non accettare il fatto, potevo non avere la forza di vedere papà così… invece mi sono buttata e ho deciso di andare avanti… per papà, per la mamma, per noi». Quando dopo mesi di cure e amorevole assistenza Luciano dà un piccolo cenno di miglioramento, aprendo un occhio, poi entrambi, Irene torna gioiosa. «Io e la mamma siamo piene di una speranza rinnovata. Non molliamo! Forse tutte quelle cose fatte finora, le canzoni, i racconti, gli odori, le persone che venivano a trovarlo… forse tutto questo è servito, lui non si è sentito solo e quindi ha reagito!».

L’ASSISTENZA A PAPA’ LUCIANO

La “nuova” vita significa anche assistere un malato privo di autonomia, tra mille difficoltà. «Ci sono fasi della nostra adolescenza – riflette la ragazza – dove si prendono posizioni che giudichiamo incrollabili. Io avevo decretato che mangiare o bere qualcosa utilizzando posate e bicchiere di qualcun altro, compresi i miei genitori, mi facesse schifo. Diciamo che un po’ tutto mi faceva schifo! Poi si cresce e si cambia, o forse la vita e quello che ti propone ti fanno cambiare. Adesso niente è più naturale che occuparsi di papà, anche per le cose che fanno schifo!».

L’INTERVENTO DELLA SPERANZA

Quando il dottore della clinica che segue Luciano propone alla famiglia un intervento delicato che può portare a miglioramenti o peggioramenti Irene non esita a dire “si”. Così come sua mamma. L’esito è positivo. «Papà ha superato l’intervento – esulta Irene – Ce l’ha fatta. Apparentemente sembra sempre uguale, ma sta facendo del suo meglio, lo sento. Ogni giorno prego molto perché lui stia bene, non perché torni come prima, ma perché stia bene e mi senta e mi capisca. Prego così perché sento che questa è una speranza realistica. Se pregassi per averlo come prima sarebbe un po’ come consumare una preghiera, allora preferisco giocarmela bene!».

I MIGLIORAMENTI TANTO ATTESI

E così quando i miglioramento iniziano a materializzarsi, la voglia di sperare, combattere, non abbattersi inizia a produrre frutti concreti, è allora che Irene sente nuova linfa dentro di sé. «Papà ha cominciato a fare cose che non aveva mai fatto. Sembra rispondere ad alcuni stimoli, ad alcune semplici domande. Risponde una, due, tre, quattro, cinquanta volte. L’intervento è servito! Piccole cose. Chiude gli occhi, alza un pollice».

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L’AUTRICE

Cristina Petit, divenuta celebre attraverso il suo blog Maestrapiccola, è maestra elementare e attenta osservatrice dei piccoli, con un poetico senso della leggerezza e della verità. È nata e cresciuta a Bologna, ma ha viaggiato molto sia per piacere che per cause umanitarie e ha vissuto per alcuni periodi all’estero. Oggi è insegnante alla scuola primaria, tiene corsi per insegnanti e laboratori per bambini. Sposata, ha tre bambini che le hanno spalancato orizzonti nuovi e inimmaginabili. È autrice della serie «Conversazioni Piccole» pubblicata dalle Edizioni San Paolo i cui titoli finora usciti sono: Cos’è un amore lungo lungo?, Mamma, perché vai a lavorare? e Dov’è andato il nonno?

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