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Una bambina schiava nelle Villas Miseria ha ispirato il papa contro la tratta

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© DANIEL VIDES

The then archbishop of Buenos Aires, Jorge Bergoglio, elected on March 15, 2013 as Pope Francis, performs the footh bath ceremony in Buenos Aires, on March 24, 2005. Argentina's Jorge Bergoglio, chosen Wednesday to lead the world's Roman Catholics, is a humble rail worker's son who became a Jesuit priest and who is seen as true to his working-class roots.At 76, Bergoglio -- the first pope from Latin America -- still enjoys a reputation as an ascetic despite his archbishop's robes. He rides clattering city buses, makes his own meals and is famously accessible. AFP PHOTO/NA/DANIEL VIDES ARGENTINA OUT

Ary Waldir Ramos Díaz - Aleteia - pubblicato il 15/11/15

Il Vaticano celebra il simposio voluto da papa Francesco. Intervista a monsignor Sánchez Sorondo

“Era in contatto con alcune vittime della prostituzione. Più di una volta, il papa ha raccontato che vedeva con orrore avvicinarsi auto enormi (lussuose) a quella ragazzina (bambina). Era evidentemente una forma di schiavitù”, ha riferito ad Aleteia monsignor Marcelo Sánchez Sorondo, 73 anni, argentino, cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali del Vaticano.

Tra le molteplici iniziative del pontificato di Francesco per porre fine alle nuove forme di schiavitù, l’Accademia ha organizzato il Simposio Internazionale che si è svolto l’8 novembre nella Casina Pio IV del Vaticano, sul tema “I giovani contro la prostituzione e la tratta di persone: violenza massima contro l’essere umano”.

La preoccupazione per gli abusi nei confronti dei più deboli caratterizza da tempi non sospetti l’allora arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio, nel suo lavoro pastorale nelle Villas Miserias, i quartieri più poveri della periferia della capitale argentina.

Erano trascorsi pochi giorni dalla sua elezione, nel marzo 2013, quando papa Francesco ha ricevuto a Santa Marta l’équipe della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali. Monsignor Sánchez Sorondo ha mostrato che in segno di ringraziamento era stata inviata una lettera al papa in cui l’Accademia si metteva a sua disposizione nell’approfondire qualsiasi tematica ritenesse di estrema urgenza.

Il papa non ha esitato, ed ha risposto poco tempo dopo. “Ha scritto: Marcelo, voglio che vi occupiate delle nuove forme di schiavitù, del traffico umano e in caso della vendita di organi”, ha ricordato il cancelliere.

In questo modo, seguendo la raccomandazione del pontefice, l’opera della Pontificia Accademia si è concentrata sul flagello che colpisce 30 milioni di persone che soffrono per l’abuso e lo sfruttamento nel mondo, soprattutto bambini e donne, e che aumenta ogni anno con 4 milioni di nuovi schiavi. “Un mercato più ricco del traffico di armi”, ha commentato il monsignore.

Il papa promuove la protezione dei più deboli all’ONU

In questa lotta contro il male senza frontiere, il Vaticano è arrivato attraverso un intenso dialogo a guadagnarsi come alleate le Nazioni Unite per fissare come obiettivo mondiale lo sradicamento prima del 2025 delle nuove forme di schiavitù, della tratta di esseri umani, del lavoro forzato e della vendita di organi (cfr. Obiettivi di sviluppo sostenibile, approvati il 1° agosto 2015).

Il segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon, e l’economista Jeffrey Sachs si sono mostrati sensibili alla questione ed hanno appoggiato l’iniziativa del papa e del Vaticano.

Ciò significa che per 193 Paesi membri dell’ONU sarà un imperativo porre fine al lavoro infantile, ai bambini soldato e ad altre forme di schiavitù.

Tra le catene silenziose delle vittime e la sagacia dei criminali

Il problema è di tale portata che è stata scoperta solo la “punta dell’iceberg” dei metodi maligni dei trafficanti, che sanno come nascondere i propri misfatti. “È un crimine di lesa umanità. Un esempio è il lavoro forzato per lunghe ore di bambini che hanno mani piccole e agili”, ha commentato Sánchez Sorondo circa un’altra variante della schiavitù.

“Quello che prima era un lavoro da imparare, quando i bambini in famiglia apprendevano dai più grandi, ora è diventata una forma di schiavitù. È orribile. Abbiamo avuto l’opportunità di conoscere gente che viene dalla prostituzione e dal lavoro forzato, sia uomini che donne”, ha aggiunto.

I trafficanti usano vari stratagemmi per imporsi alle loro vittime, anche usando droghe o tecniche di coazione e violenza sistematica. Fanno innamorare le bambine che soffrono per la mancanza d’amore e di affetto familiare e le schiavizzano gettandole nella prostituzione o le minacciano di violentarle in gruppo o di danneggiare altre donne della loro famiglia se non rispettano le quote di denaro “dovute”.

La schiavitù guadagna sempre più terreno anche nei Paesi sviluppati. “Prima era un problema di migrazioni dai Paesi poveri ai Paesi ricchi, ora è un problema di città come Madrid o Londra, dove si cercano le bambine di una scuola e si mettono in un altro settore o quartiere, si drogano e si fanno prostituire”, ha commentato.

Anche il Sinodo della famiglia si è occupato di schiavitù per mettere in guardia le famiglie

“Abbiamo presentato questi casi al Sinodo sulla famiglia (ottobre 2015) perché papa Francesco con le sue parole ci aiuti, perché le famiglie devono sapere. Questo è anche un prodotto della crisi familiare, ed è un problema nuovo che cresce. Il papa ci ricorda che le vittime sono le piaghe di Cristo nel mondo globale”.

Nell’enciclica Laudato Si’, il Papa invita anche a imparare a curare il proprio corpo e a valorizzarne la femminilità o la mascolinità per aiutare i giovani e prevenire le nuove forme di schiavitù.

“Non usare il corpo come merce, come strumento di guadagno. È il momento di aumentare la consapevolezza sul tema, e i giovani sono protagonisti”.

Il Simposio internazionale sulla tratta in Vaticano

Papa Francesco è convinto che il futuro del nostro mondo globalizzato sia nelle mani dei giovani. In questo senso, gli organizzatori del Simposio cercano di amplificare la voce delle vittime della tratta, degli attivisti e dei referenti politici, sociali e religiosi.

L’obiettivo è sviluppare una strategia “per formare una rete mondiale di giovani con esperienza territoriale che siano promotori e punti di riferimento per le agenzie e le istituzioni che combattono questa causa nel mondo”, ha detto monsignor Sánchez Sorondo.

Il cancelliere ha spiegato che il tema del Simposio, ispirato dal Vangelo di San Giovanni, “evidenzia il cammino” per i giovani: “l’amore supera il timore, l’avidità e la schiavitù”. Per questo si cerca di superare “l’avidità di denaro, che arriva a considerare le vittime cose e non persone”.

“L’aspettativa è scoprire le pratiche migliori per sradicare la schiavitù”. In questo senso, si promuoverà la redazione di “un manuale da parte dei giovani che aiuti la presa di coscienza”. I giovani possono utilizzare il materiale per i loro corsi di sensibilizzazione. “Amplieranno la rete” per la realizzazione delle migliori pratiche nei loro Paesi, ha concluso il monsignore.

Per ulteriori informazioni, www.endslavery.va

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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