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9 cose che avrei voluto sapere prima di sposarmi

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Catholic Link - pubblicato il 13/11/15

diAndrés D’Angelo

Il 7 novembre scorso, solennità di Maria Madiatrice di tutte le Grazie, ho festeggiato con mia moglie 17 anni di matrimonio. 17 anni bellissimi che non cambierei con nessun’altra tappa della mia vita. Oggi posso dire che sono stati anni di pace e di armonia coniugale – non una pace da cimitero, ma una pace di famiglia, ovvero conquistata a forza di lottare, per quanto possa sembrare paradossale. Non è stato facile, perché questa armonia coniugale, che è parte della santificazione del matrimonio, è uno dei frutti del sacramento.

Il matrimonio è un sacramento “strano”. In tutti gli altri gli elementi costituenti sono chiari e distinti, mentre in questo i contraenti sono allo stesso tempo materia, ministri e beneficiari, e la forma è il consenso libero. Per quanto il Catechismo lo spieghi in tutti i modi possibili, il matrimonio è una di quelle cose che vanno vissute per poterle capire bene.

In particolare, mi sarebbe piaciuto che qualcuno mi avesse spiegato tutto questo in modo più approfondito quando mi sono sposato. Per questo enumero di seguito le 9 verità sulla vita coniugale che avrei voluto capire meglio prima di sposarmi.

1. Non esiste un piano B. Il matrimonio è per tutta la vita

Nel corso prematrimoniale questo sembra essere sempre chiaro. Avevo avuto sempre buoni esempi: i miei genitori si sono amati e rispettati in salute e malattia, in ricchezza e povertà. Essendo il più piccolo di dodici fratelli, mi ritenevo “immune” allo spirito dell’epoca: “A me non succederà”, sostenevo, perché amavo quella donna che era entrata nella mia vita come non avevo mai amato nessuno. Bisogna non solo conoscere la verità, ma anche comprenderla e amarla. E visto che la conoscevo ma mi mancavano la comprensione e l’amore per la Verità, mi sono trovato nel bel mezzo di una crisi coniugale chiedendomi se forse non avevo sbagliato sposandomi. Inevitabilmente questo porta a chiedersi se non ci fosse una compagna più adeguata, e da lì a disprezzare la bellissima persona che Dio ha messo al mio fianco per la mia santificazione il passo è breve. Il matrimonio è per tutta la vita, e quello che lo rende un’avventura meravigliosa è proprio quel mandato di un uomo e una donna per tutta la vita. Quando questo è chiaro, le crisi coniugali diventano sempre opportunità per crescere insieme.

2. Il matrimonio non riguarda la mia felicità

Questa è una verità fondamentale, e non la impariamo fino a molto dopo esserci sposati. Soprattutto gli uomini. Molte coppie, quando si chiede loro in forma individuale perché si sono sposate, rispondono quasi unanimemente: “Mi sono sposato/a per essere felice”, ma il matrimonio non è una scatola magica dalla quale possiamo tirar fuori la felicità. Se fosse così non ci sarebbero divorzi. Il matrimonio riguarda il fatto di cercare, con tutte le mie forze, la felicità del mio coniuge. La mia felicità deve basarsi sul vedere felici le persone amate: moglie e figli. Una volta che lo si comprende e che questo diventa l’asse del rapporto, il matrimonio fiorisce e possiamo iniziare a vedere i frutti del sacramento.

3. La comunicazione è più efficace del silenzio, sempre

Forse bisognerebbe riformulare questa verità: il silenzio è comunicazione. Il silenzio in genere comunica ostilità, disinteresse e predisposizione negativa, e questo quasi inevitabilmente uccide il rapporto. Il problema è che c’è uno sfasamento nel modo in cui le donne e gli uomini gestiscono la comunicazione quando sono stressati. Quando una donna è stressata, ha un disperato bisogno di parlare, ma quando un uomo è stressato l’ultima cosa di cui ha bisogno è parlare dello stress che lo assilla. Questa semplice differenza fa sì che spessissimo le nostre mogli percepiscano il nostro silenzio come ostilità, o che noi percepiamo la necessità femminile di parlare come una minaccia. Insegnamento: se mia moglie è stressata io la ascolto senza correggerla e senza voler risolvere i suoi conflitti. Il solo fatto di poter parlare e di raccontarmi i suoi problemi la aiuta a risolverli. E se io sono stressato, lei lascia che mi tranquillizzi, e poi io stesso la cerco per poter comunicare.

4. Servire mi fa bene

Un’altra grande e meravigliosa verità: il matrimonio è una comunità di servizio. Se io servo mia moglie e mia moglie serve me, ne beneficiamo tutti. Noi uomini molte volte non lo capiamo perché vediamo che nostra moglie serve quasi istintivamente e noi… beh, questa situazione ci risulta piuttosto comoda. E qui falliamo nella comunicazione, perché le nostre amate spose spesso credono che se continuano a dare nel rapporto noi ce ne renderemo conto e vorremo dare allo stesso tempo. In genere non funziona così. Due cose mi hanno aiutato a comprendere questa verità: la prima volta che mia moglie me l’ha detto, non ha usato il tono migliore ma me l’ha detto, e fino a quel momento non mi ero reso conto di tutto quello che lei faceva e che io non facevo. La seconda è stata la nascita dei nostri figli. Nel momento in cui ho iniziato a servirla perché lei era in fase post-operatoria dopo il cesareo, mi sono reso conto che c’è una grande verità nel detto di Nostro Signore “Vi è più gioia nel dare che nel ricevere” (Atti 20, 35). È una verità che dobbiamo ricordare ogni giorno, offrendoci a nostra moglie con un atteggiamento servizievole.

5. Il conflitto non è un segno che siamo una coppia disfunzionale

Direi che è vero il contrario: l’assenza assoluta di conflitto è un segno che ci siamo arresi. Una coppia che discute è una coppia che ha due persone con uguale dignità vive, e quindi spesso con differenze di criterio e di opinione. Come ho detto all’inizio, la vita è una lotta, e la pace completa esiste probabilmente solo al cimitero. Una coppia che manca del tutto di conflitti è in processo di morte. Ciò non significa che dobbiamo cercare il conflitto perché il nostro matrimonio “riviva”, ma solo che dobbiamo essere consapevoli di essere umani fallibili e che quindi in qualche momento emergerà un conflitto. E quando si verifica, potremo prenderlo come un’opportunità per imparare e per essere più caritatevoli come coppia.

6. Perché un matrimonio sia fruttuoso servono tre persone: Dio, tu ed io

Ho già detto che il matrimonio è un sacramento? E i sacramenti sono segni efficaci della grazia! Va rinnovato tutti i giorni, ma non solo davanti al nostro coniuge. Si deve rinnovare la promessa davanti a Dio perché la sua grazia agisca. E come rinnoviamo la promessa? Facendo ciascuna di queste cose che abbiamo visto: riconoscendo che è per sempre, mettendo al primo posto il nostro coniuge, mettendoci nei panni dell’altro per comunicare, servendoci a vicenda e tenendo presente che ogni conflitto è un’opportunità di Dio per la nostra santificazione personale. Tutto questo è possibile solo se Dio è un invitato frequente nel nostro matrimonio, pregando insieme e con i figli, partecipando alla Santa Messa e accostandoci al perdono di Dio quando le cose non sono state conformi al suo progetto per la nostra vita.

7. I figli sono un dono e un incarico di Dio

Lo sappiamo bene! La nostra prima figlia è morta il giorno dopo la sua nascita. “Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!”(Giobbe 1,21). Una cosa, però, è dirlo, e un’altra è viverlo. La nostra missione nella vita è che i nostri figli siano santi, né più né meno. È la nostra missione come genitori e con la nostra prima figlia l’abbiamo realizzata. Poi sono arrivate le consolazioni di Tomás, Matías e Francisco, che dovranno compiere il “cammino lungo”. La nostra unica ancora di salvezza dopo la morte di Cecilia è stata sapere che era già santa e felice, infinitamente più felice di quanto avremmo potuto renderla noi in qualsiasi circostanza. E cose succede alle coppie che non ricevono questo dono? Possono ricevere l’incarico! Per santificare i figli degli altri, mediante l’adozione, o essendo una coppia piena di frutti aiutando nella propria parrocchia o nel proprio movimento ecclesiale.

8. Un buon matrimonio è l’unione di due persone che sanno perdonare

Chi non perdona nel matrimonio è come chi prende il veleno e aspetta che l’altro muoia. Non ha molto senso, vero? Per chiedere perdono dobbiamo essere molto umili, e per perdonare dobbiamo essere misericordiosi. “Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro” (Luca 6, 36). E questo è profondamente vero nel matrimonio.“Perdonaci, come noi perdoniamo”. Non possiamo chiedere perdono a Dio se non siamo disposti a perdonare il nostro coniuge! Quando ci perdoniamo ed esprimiamo quel perdono mediante la riconciliazione, stiamo anche insegnando ai nostri figli ad essere umili e misericordiosi.

9. Il matrimonio offre la possibilità di massima realizzazione personale

Non se ne parla molto, ma la realtà è che il matrimonio è sensazionale! “Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò” (Genesi 1,27). >È logico che nella nostra natura cerchiamo il nostro complemento. “Tu mi completi” è un complimento molto frequente, perché è una verità intuita. Nel matrimonio possiamo trovare quella sensazione di pienezza personale per cui tutto ciò che ci riguarda è in piena armonia. Tertulliano lo riassumeva così: “Come potrei descrivere la felicità di un matrimonio fondato dalla Chiesa, consolidato dal sacrificio, suggellato dalla benedizione, annunciato dagli angeli, ratificato dal Padre?” (Ad Uxorem, 9). Il tutto inserito in una grande verità: per essere pieni bisogna donarsi, e per bisogna donarsi bisogna possedersi, bisogna essere padroni di se stessi, e questa non è una cosa che si compra al mercato. Richiede una maturità e un equilibrio che si raggiungono in molto tempo e con molta preghiera.

Per riassumere un po’…

1) Il tuo coniuge non deve darti un “finale felice”. Il “finale felice” lo costruiscono entrambi con amore e sforzi

2) Il matrimonio è gratificante ma difficile. È importante amare nei momenti di gioia e di dolore

3) Essere felice è anche una tua responsabilità. La tua felicità non dipende solo dall’altro

4) I figli sono il risultato più grande. Nessuno può spiegare la gioia che portano in una famiglia

5) Il tuo coniuge cambierà, si suppone che lo faccia. Crescere e maturare fa parte del ciclo della vita

QUI L’ARTICOLO ORIGINALE

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