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E’ vero che sono vietate le confessioni durante la Messa?

Assoluzione on-line?

© Pascal DELOCHE / GODONG

don Antonio Rizzolo - Credere - pubblicato il 06/11/15

E' preferibile ricevere le confessioni dei fedeli in orari diversi e ben stabiliti

Caro direttore, il mio parroco vieta le confessioni durante le messe. Dice che distraggono i fedeli dalla celebrazione e che ci si può accostare al sacramento della Penitenza nei giorni feriali, perché la chiesa è aperta. Non metto in dubbio che abbia ragione, ma gli impegni quotidiani sono così numerosi che solo di domenica riesco a trovare un momento libero. Ma il “divieto” imposto dal mio parroco è usuale in tutte le parrocchie?
Anita G., Firenze

Al sacramento della Penitenza ci si accosta nel contesto di una vera celebrazione. Si tratta di un incontro con Cristo che manifesta il volto misericordioso del Padre. Purtroppo siamo abituati a considerare questo sacramento in maniera troppo formale, quasi fosse una multa da pagare per essere a posto con la legge divina, un obbligo per sistemare la coscienza. Basterebbe leggere il Rito della Penitenza per rendersi conto che anche nella confessione individuale dei peccati si svolge una vera e propria celebrazione, che prevede il saluto iniziale, l’ascolto della parola di Dio, il ringraziamento, il congedo. Oltre al momento centrale della confessione e dell’assoluzione dai peccati.

Bisogna poi ricordare la centralità della celebrazione eucaristica nella vita cristiana. L’Eucaristia è definita dal Concilio Vaticano II “fonte e culmine della vita cristiana” (Lumen gentium 11). La Messa, perciò, ha un’importanza primaria e ad essa dobbiamo dedicare tutta l’attenzione, partecipando attivamente e consapevolmente. E’ chiaro, dunque, che sovrapporre la celebrazione dei due sacramenti in qualche modo li sminuisce entrambi. Si tratta invece di dare a ciascuno il rispetto dovuto. Ecco perché le norme della Chiesa stabiliscono che “s’inculchi nei fedeli l’abitudine di accostarsi al sacramento della Penitenza fuori della celebrazione della Messa, e preferibilmente in ore stabilite” (Rito della Penitenza n. 13). Il punto cruciale è proprio qui ed è spiegato poco prima: “La riconciliazione dei penitenti si può celebrare in qualsiasi giorno e tempo. Conviene però che i fedeli sappiano il giorno e l’ora in cui il sacerdote è disponibile per l’esercizio di questo ministero”.

In linea di principio, dunque, il parroco ha ragione, ma non basta dire che la chiesa è sempre aperta; occorre anche fissare gli orari per la riconciliazione dei penitenti, pur restando la possibilità di accostarsi al sacramento in ogni momento. Su questo punto i documenti ecclesiali insistono molto. Scriveva Giovanni Paolo II: “tutti i sacerdoti che hanno la facoltà di amministrare il sacramento della Penitenza, si mostrino sempre e pienamente disposti ad amministrarlo ogniqualvolta i fedeli ne facciano ragionevolmente richiesta” (Misericordia Dei n. 1). C’è anche un’altra precisazione da fare: ricevere la confessione durante la Messa non è vietato. Se i fedeli lo richiedono, è lecito che un sacerdote disponibile possa ricevere la confessione. E’ comunque un’eccezione rispetto alla norma ideale. Dal punto di vista pratico, se si comprende il valore del sacramento della Riconciliazione, oltre che dell’Eucaristia, dedicarvi un tempo adeguato recandosi una volta di più in chiesa o arrivando un po’ prima della Messa non mi sembra un grande problema.

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