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Qual è la storia e il senso dell’anello matrimoniale?

wedding rings

© Albatros67

Gaudium Press - pubblicato il 19/10/15

Gli ebrei e i romani usavano degli anelli, ma il senso era molto diverso da quello che hanno poi acquistato con il cristianesimo

Di ferro, d’argento o d’oro, o di qualsiasi lega, il cerchietto che si mette al dito ha acquisito un significato più elevato di quello che aveva nell’antichità pagana non appena la Chiesa lo ha costituito nel simbolo dell’alleanza indissolubile tra due coniugi.

Gli ebrei e i romani – e si crede anche altri popoli pagani – avevano l’abitudine per cui l’uomo poneva al mignolo della futura sposa un anello, ma era un anello con un significato diverso. Si trattava di un voto di fiducia consegnando una replica dell’anello o del sigillo personale che l’uomo portava al pollice con cui siglava le sue lettere confidenziali e i suoi contratti. Era un’abitudine più delle classi agiate che di quelle popolari.

Una cosa diversa è tuttavia che l’uomo e la donna di qualsiasi classe sociale si scambino anelli nuziali il giorno del matrimonio e l’anello si collochi all’anulare della mano sinistra, vicino al cuore, dove si sente maggiormente il pulsare di quell’organo potente che simboleggia l’amore che dev’essere solo per Dio. Può suonare molto romantico e perfino sentimentale, ma l’abitudine nata così nell’Europa del VI secolo si è estesa in tutto il pianeta e anche oggi sotto qualsiasi denominazione religiosa o cultura le coppie si scambiano anelli all’anulare della mano sinistra.

In alcuni Paesi si chiamano “alleanze” ed è costume che entrino solennemente nel tempio su un elegante cuscinetto portato da un paggetto. Durante la celebrazione del sacramento, il sacerdote le benedice e le irrora con acqua benedetta, e in seguito invita i fidanzati a scambiarsele a vicenda ripetendo parole di impegno, fedeltà e amore.

Ovviamente questo piccolo cerimoniale incluso nel sacramento non è obbligatorio, e la sua assenza non invaliderà un matrimonio. Significato dalla solennità soprannaturale, come solo la Chiesa avrebbe potuto concepire per la maggior gloria di Dio e il consolidamento dell’amore coniugale, trasmette più senso all’impegno reciproco di una coppia.

L’anello nuziale può però arrivare a rivestire una condizione di autentico sacramentale, come il cosiddetto Piscatorio o anello del pescatore, quello che viene posto al nuovo pontefice una volta proclamato dopo il conclave, o come quello che ricevono i religiosi, dai cardinali e i vescovi alle suore. Benedetto ed elevato di categoria, l’anello nuziale passa dall’essere un semplice cerchietto a diventare uno strumento di vita consacrata come se si trattasse anche di una professione di vita religiosa, piena di rinunce e sacrifici santificanti. Segno di preghiera della Chiesa per i suoi figli, dispone a ricevere grazie e altri effetti per la vita spirituale, e può anche arrivare ad avere la cforza di un esorcismo contro le tentazioni e gli attacchi di spiriti maligni che inducono all’adulterio e alla fornicazione.

Portare sempre con sé quell’anello, più che un atto d’amore e di fedeltà o un dovere coniugale, è una buona protezione, visto che si dice che una volta costituita la coppia coniugale Dio le assegna un angelo speciale, il cui obiettivo è proteggerla e proteggere individualmente i coniugi in funzione del matrimonio come “una sola carne” che ormai sono i due. Una sola carne erano prima che Dio togliesse Eva dal costato di Adamo, una sola carne tornano ad essere ora finché la morte non li separi e in cielo siano come angeli (Mc 12,25).

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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