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Sinodo, l’Africa non vuole bloccare ma proporre

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©Mazur/catholicnews.org.uk

Iacopo Scaramuzzi - Vatican Insider - pubblicato il 08/10/15

Il vescovo Charles Gabriel Palmer-Buckle di Accra (Ghana): il continente africano chiede rispetto per il proprio punto di vista

L’Africa non vuole «bloccare» nulla al sinodo sulla famiglia in corso in Vaticano. Il vescovo Charles Gabriel Palmer-Buckle di Accra (Ghana) si è fatto portavoce del continente, nel corso del briefing quotidiano, sottolineando che l’Africa chiede rispetto e comprensione per il proprio punto di vista. Il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, da parte sua, ha chiarito le parole del Papa sulla necessità di affrontare i lavori sinodali senza una logica complottistica.

«Non siamo qui per bloccare nessuno, ma per proporre quello che sentiamo sulla famiglia e per il bene della Chiesa», ha detto mons. Palmer-Buckle. «L’Africa è qui per dire cosa sente su questioni che riguardano le sfide pastorali. Il tema è la vocazione della famiglia nella Chiesa e nella società contemporanea. Ci incontriamo, discutiamo l’Instrumentum laboris (il testo base, ndr.) e se qualcuno pensa che l’Africa blocca qualcuno» non ha capito che «l’Africa sta solo proponendo». Tra i temi specificamente africani menzionati dal vescovo di Accra, quello del modello delle famiglie nucleari in un continente dove sono sinora più diffuse le famiglie allargate: «Noi testimoniamo la gioia delle famiglie estese, e non vogliamo distruggere i valori dai quali veniamo, ma prendere le best practices del sistema dei piccoli nuclei». In generale, comunque, «Santa madre Chiesa deve affrontare le questioni pastorali, mentre quelle dottrinali rimangono quello che sono e noi decisamente sosteniamo quel che la Chiesa insegna sulla famiglia ».

Il presule ghanese ha sollevato alcuni appunti sia al sistema dei mass media («A volte crediamo che stiano forse dando una prospettiva sbagliata che ha a che fare più con le questioni europee, ma noi ci siamo, siamo numerosi, conosco anche i padri asiatici e latino-americani, e contribuiamo validamente a ciò che viene discusso») nonché l’Instrumentum laboris: «La prima parte sembra essere redatta da qualcuno a cui mancava un po’ la prospettiva africana, ma malgrado il documento il Papa ci ha dato la libertà di poter parlare di cuore».

Quanto alla specifica questione della criminalizzazione degli omosessuali, mons. Palmer-Buckle, in risposta ad una domanda, ha risposto che «quando il Papa tornando da Rio de Janiero ha detto “chi sono io per giudicare un gay che cerca Cristo?” ci sono state poche ripercussioni nel nostro paese e purtroppo un governo qui in Europa ha cercato di dirci che se accettiamo il matrimonio gay ci daranno aiuto finanziario. Noi concordiamo con il Santo Padre che le persone diverse da noi sono figli di Dio e dobbiamo aprire loro le porte della Chiesa, ma abbiamo trovato molto triste che un Governo potesse prendere la sovranità di un altro Paese: è una grave violazione della sovranità nazionale». E dopo valori che durano da millenni non ci si possono attendere cambiamenti «dal giorno all’indomani», mentre «bisogna dare ai paesi il tempo per confrontarsi con le questioni con la loro prospettiva culturale. Siate pazienti con l’Africa, stiamo crescendo». A inizio del briefing, «l’Africa – aveva sottolineato il presule africano – è il continente dove la Chiesa cattolica cresce attualmente di più».

«Il clima è molto aperto, non ci sono personalismi», ha detto al briefing il cardinale Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancona, riferendo dei lavori del suo gruppo di lavoro. Il ruolo delle donne nella Chiesa, e in particolare la possibilità di una ordinazione diaconale che introduca nella Chiesa cattolica il ruolo delle donne diacono, ha detto peraltro il porporato italiano in risposta ad una domanda che menzionava la proposta sulle donne diacono lanciata nei giorni scorsi, in aula, dall’arcivescovo canadese Paul-André Durocher: «Il tema è stato accennato – ha precisato Menichelli, che nel briefing ha anche fatto una battuta sull’intensità delle discussioni e sullo scarso coffee break – naturalmente le prospettive sul lato teologico e sacramentale vanno approfondite, ma il problema c’è, non è scartato, è in attenzione. E naturalmente si può tenere presente la questione di alcuni posti di responsabilità (per le donne, ndr.), aperture evidenti ce ne sono. La questione della nobiltà della donna è ben presente e ben accolta e desiderata».

«Siamo stati dimenticati e addirittura traditi dai paesi occidentali», ha detto da parte sua mons. Ignace Youssif III Younan di Antiochia (Siria) in merito ai cristiani perseguitati. «Sembra che questi paesi occidentali, America e Unione europea, per una politica di opportunismo economico, stiano dimenticando queste minoranze dove è nata la fede e la cultura cristiana. Ricordate quel che è successo a Palmira o in Iraq. Noi patriarchi e gli uomini di Chiesa siamo sconvolti da quel che accade alle nostre comunità in Iraq e Siria e cerchiamo di portare la voce di allarme alle potenze di questo mondo».

Il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, è stato interpellato dai giornalisti sul concetto di «ermeneutica cospirativa» evocata dal padre sinodale Antonio Spadaro su Twitter e sviscerata ieri da mons. Charles Chaput nel corso del briefing: «Io non ho riferito questa espressione, è uscita da altra fonte. Non ho da smentirla», ha detto Lombardi. «Evidentemente il concetto è: non dobbiamo pensare che ci siano complotti. Quindi, la visione che dobbiamo avere del Sinodo è quella di un processo di scambio, di comunicazione, che avviene nella serenità, nella sincerità e non è da considerare guidata da interessi particolari e da tentativi di manipolare o di condurre diversamente da quello che, invece, è il processo di ricerca comune, nello spirito che la comunità ecclesiale deve fare». Quanto al testo introduttivo del relatore del sinodo, card. Peter Erdo, il vescovo di Accra lo ha definito un «bellissimo riassunto» e il cardinale Menichelli ha sottolineato che non è in contrasto con l’Instrumentum laboris «e sono tutti e due, anche se prevalentemente l’Instrumentum laboris, la base per la discussione». Domani al briefing è prevista la presenza del cardinale Louis Antonio Tagle (Filippine), Joseph Kurtz (presidente dell’episcopato statunitense) e Carlos Osoro (Madrid).

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