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Qual è la differenza tra risurrezione e reincarnazione?

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Padre Felix - pubblicato il 07/10/15

La risposta a questa domanda può avere conseguenze molto importanti nella tua vita

Alcune persone credono alla dottrina della reincarnazione. Anche alcuni cristiani arrivano a condividere questa convinzione, confondendola a volte con la dottrina della resurrezione. Se però paragoniamo queste due dottrine, capiremo che non hanno nulla a che vedere l’una con l’altra, e che si escludono a vicenda.

Resurrezione significa risorgere, tornare alla vita. Gesù è risorto perché è morto e dopo 3 giorni è tornato a vivere nello stesso corpo (si ricordi che il suo corpo era scomparso dal sepolcro; cfr. Mt 28,5-7; Mc 16,6; Lc 24,3-4 e Jo 20,1-9), anche se questo corpo è diventato glorioso, potendo essere toccato (Gv 20,17.27) e potendo anche attraversare porte e pareti senza che dovessero essere aperte o abbattute (Gv 20,19.). Il corpo di Gesù risorto è un corpo simile a quello che riceveremo alla fine dei tempi.

Reincarnazione significa tornare a incarnarsi, materializzarsi nuovamente. È una dottrina spiritistica che non possiede alcuna base biblica né trova sostegno nella Tradizione e nel Magistero della Chiesa. Non può quindi essere accettata da alcun cristiano. La dottrina della reincarnazione afferma che lo spirito del defunto assumerà un nuovo corpo a scopo di purificazione, ovvero le successive reincarnazioni di uno spirito gli fanno raggiungere la perfezione alla fine di questo lungo processo, purificandosi così dalle colpe e dai peccati commessi nelle reincarnazioni precedenti. Alcuni pensatori che credono alla reincarnazione arrivano a sostenere altre due aberrazioni: che lo spirito umano si possa incarnare nel corpo di un animale o di un vegetale e che quando uno spirito raggiunge la perfezione si possa trasformare in divinità.

La reincarnazione è un assurdo per il cristiano per vari motivi:

— In Eb 9,27 leggiamo che “è stabilito per gli uomini che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio”. Ciò vuol dire che dopo la nostra morte riceveremo il verdetto finale di Dio: o saremo salvi o saremo condannati; e se verremo condannati non ci sarà altra chance (reincarnazione) per arrivare alla perfezione.

— In Lc 23,43 leggiamo che Gesù ha detto al buon ladrone crocifisso con Lui “In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso”. Per la dottrina dello spiritismo, pur essendo un buon ladrone non sarebbe del tutto purificato – perché aveva rubato – e dovrebbe reincarnarsi nuovamente. Gesù però gli dà la sentenza finale: è salvo.

— Gli autori del Nuovo Testamento affermano che Gesù è morto per i nostri peccati, e così ci ha garantito la Vita Eterna. Se ci fosse la reincarnazione, perché avremmo bisogno di un redentore? Per i nostri stessi meriti raggiungeremmo la perfezione e la salvezza come Gesù. La reincarnazione mina quindi la base del cristianesimo, che è accettare Gesù come vero Dio e vero Uomo.

— La Bibbia afferma anche che i giusti erediteranno il Regno di Dio, mentre gli empi verranno gettati all’Inferno, dove ci saranno pianto e stridore di denti. Se la reincarnazione fosse possibile, come affermano gli spiritisti, non ci sarebbe necessità dell’Inferno perché gli empi e perfino i demoni potrebbero purificarsi dalle proprie opere malvagie e troverebbero la salvezza.

Al di là di tutto, resta la domanda: come può l’uomo purificarsi dalle mancanze e dai peccati commessi nelle incarnazioni precedenti se non possiede il minimo ricordo di quello che ha fatto? Se questa purificazione fosse possibile, basterebbe disincarnarsi il più rapidamente possibile per non avere il tempo di commettere nuove mancanze: così si raggiungerebbe la perfezione!

Riassumendo, la reincarnazione e la resurrezione sono dottrine ben distinte. Chi vuole essere cristiano deve credere in Gesù Cristo come Dio e come Uomo e seguire la Sua Parola. E Gesù non ha mai parlato di reincarnazione, ma solo di resurrezione. Confidiamo, con saggezza, nella nostra (unica) resurrezione finale!

[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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