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Come insegnare ai tuoi figli ad ascoltare buona musica

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©Flickr/Steve Snodgrass/Creative Commons

Musica bambini suonare strumento musicale

Aleteia - pubblicato il 04/09/15

Il contatto con la musica stimola il cervello, favorisce l'apprendimento e il raziocinio logico, rilassa...

di Luciana Cairo

La musica è presente nella vita degli esseri umani fin dall’inizio della loro esistenza, in riti culturali, sociali o religiosi. Siamo esseri musicali per nostra stessa essenza.

Ricerche come quelle di Schlaug, della Scuola di Medicina di Harvard (Stati Uniti), e Gaser, dell’Università di Jena (Germania), hanno rivelato che paragonando il cervello di musicisti e non musicisti, quelli del primo gruppo presentavano una maggiore quantità di materia grigia, soprattutto nelle zone responsabili dell’udito, della vista e del controllo motorio.

Ma i benefici non sono solo per i musicisti.

Altri studi sottolineano che anche se il contatto con la musica è avvenuto per puro diletto, ovvero non suonando uno strumento ma semplicemente ascoltando con attenzione e proprietà (percependo le sfumature, comprendendo la forma di composizione), gli stimoli cerebrali sono abbastanza intensi.

La musica permette stimoli cerebrali, e per il suo carattere rilassante può anche stimolare l’assorbimento di informazioni, ovvero l’apprendimento, come si verifica in ricerche come quelle dell’ungherese Losanov, che ha concluso che se viene esposta alla musica classica, lenta, la persona passa dal livello alfa (allerta) al livello beta (rilassato, più attento); si verifica anche un aumento delle attività dei neuroni, e le sinapsi diventano più rapide, favorendo concentrazione e apprendimento.

Gli americani Schaw, Irvine e Rauscher hanno studiato lo sviluppo del raziocinio logico nei bambini che studiavano uno strumento musicale paragonandoli a quelli che non ne studiavano nessuno, e hanno verificato che il primo gruppo presentava un profitto superiore in matematica rispetto al secondo.

La musica ha un suo posto anche nello sviluppo affettivo del bambino. Quando mettiamo il bimbo vicino al petto e cantiamo per lui, i battiti del cuore più la canzone lo portano a tranquillizzarsi e a rilassarsi. Per questo e altri motivi, il linguaggio musicale viene indicato come una delle aree di conoscenza più importanti su cui lavorare nell’educazione infantile, accanto al linguaggio orale e scritto, al movimento, alle arti visive, alla matematica e alle scienze umane e naturali.

I Paesi sviluppati offrono corsi ai professori per insegnare a utilizzare la musica in modo competente.

Come agire?

In primo luogo, definite voi, genitori o professori, cos’è una musica di qualità. Cercate musiche di vari generi: jazz, blues, classica, rock, folk, elettronica…

Una volta cercate le musiche, è ora di ascoltare, di sentire davvero. Non fate altro, limitatevi ad ascoltare. Pensate a uno strumento che vi piace e cercatelo nella musica, capite se lo strumento suona in modo costante o solo in determinati momenti. Fatevi delle domande: questo strumento riempie vuoti della musica? Questo passo musicale è più intenso? Questo strumento può essere conciliato con un altro? Che tipo di emozioni sta provocando? Il musicista è bravo? Il ritmo della musica è costante? Più “osservate” la musica, più la comprenderete.

E con i bambini?

Iniziamo dai più piccoli:

Mettete per il vostro bambino, quando è ancora nell’utero materno, musiche diverse, con maggiore attenzione alla musica classica. Fatelo ogni giorno.

Chiedete al papà di cantare per lui. Nell’utero, il bambino ha una maggiore percezione dei suoni bassi, per questo il canto del papà è così importante.

Bambini da 0 a 2 anni:

In questa fase, la musica è totalmente collegata allo sviluppo del linguaggio, dell’affettività e delle relazioni sociali.

Mantenete un ambiente musicale eclettico. Mettete musica di vario genere perché il bambino l’ascolti.

Mettete a disposizione materiali che presentano sonorità: giochi, tamburi…

A casa o a scuola, nei primi anni di vita, è possibile organizzare una piccola banda, con sonaglini differenziati, che potranno essere accompagnati da musica suonata o cantata.

I bambini gradiscono molto le musiche infantili, e quindi devono essere offerte anche queste, ma ricordatevi della qualità musicale indipendentemente dal genere, cercando dunque buone musiche infantili.

Portate i bambini a spettacoli dedicati alla loro fascia di età.

Bambini con più di 3 anni:

Continuate ad esporre il bambino a musica di qualità. Ricordatevi che l’obiettivo è stimolare le sinapsi cerebrali perché le funzioni cognitive siano sviluppate, e che il bambino ascolta quello che ascoltate voi.

A partire dai tre anni, il bambino inizia a percepire gli strumenti all’interno della musica. Offritegli musiche eseguite solo con uno strumento; mostrateglielo, andate in un negozio e lasciate che lo guardi, lo tocchi, lo sperimenti. In questa fase dello sviluppo, la sperimentazione è fondamentale.

Usate dei microfoni. I bambini adorano cantare al microfono, e quando lo fanno riescono a sentire la propria voce, a verificarne il tono e il volume.

In qualsiasi situazione o a qualsiasi età, dovete avere chiaro che a livello sociale il bambino sarà esposto a tutti i tipi di musica, buona e cattiva, e che eseguendo attività musicali come quelle proposte in questo post i piccoli saranno certi del proprio gusto musicale e difficilmente saranno influenzati dalle mode dei mezzi di comunicazione di massa.

Un suggerimento prezioso per i professori di educazione infantile che non si ritengono grandi cantanti: usate e abusate dei CD. I bambini piccoli riproducono quello che ascoltano!

Non importa come si canta. La musica ci calma, ci ispira, ci rallegra… ci sviluppa!

[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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