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Come accompagnare le coppie che vivono in una situazione irregolare?

Sad teenage couple

© Martin Novak/SHUTTERSTOCK

Salvador Aragonés - pubblicato il 02/09/15

Non significa né giudizi a priori né “non è successo nulla”, ma esercitare la carità

Il pontificato di papa Francesco, volto a cercare soluzioni ai problemi delle famiglie di oggi, nella consapevolezza che la famiglia è l’istituzione fondamentale della società, dedica due Sinodi mondiali, uno straordinario l’anno scorso e un altro ordinario tra un mese, affinché i vescovi riflettano sulla famiglia e trovino linee pastorali per il futuro, mantenendo salda la dottrina stabilita da Gesù Cristo.

Per questo il papa ha inviato alle Conferenze Episcopali di tutto il mondo domande e documenti per ricevere risposte alle sfide che affronta oggi la famiglia. Questa risposta, ha detto il papa, non consiste nel giudicare da fuori le situazioni familiari.

Finora è stata molto frequente la condanna totale dei divorziati risposati civilmente, per cui molti di loro si sono sentiti fuori dalla Chiesa, come scomunicati. Lungi da questo, ha detto papa Francesco, perché vanno accompagnati nelle loro difficoltà. Ciò non vuol dire riconoscere le nuove unioni, o fingere che non sia successo nulla, perché è successo, ma esercitare la carità.

Papa Francesco invita le comunità cristiane ad avvicinarsi alle famiglie o alle coppie con problemi, ad ascoltarle e ad accompagnarle verso la casa comune che è la Chiesa, ma non con giudizi a priori, quanto con il calore della fede e dell’amore di Dio. Ciò vale per le coppie irregolari – qualunque sia la loro irregolarità –, per i figli maggiorenni o minorenni e per i fidanzati il cui fine non è una convivenza, ma formare una famiglia stabile, in cui l’amore sia così grande da superare tutti gli ostacoli che si possono presentare.

La dottrina della Chiesa sul matrimonio e sulla famiglia è chiara, e non si tratta di cambiarla, ma di tracciare delle linee di accompagnamento da parte dei credenti che portino le famiglie nella Chiesa e se possibile a regolarizzare la loro situazione. L’amore, se è autentico, non può essere al di sopra della Parola di Dio, del Vangelo, visto che Dio è amore.

Stando così le cose, e in vista del Sinodo ordinario che si celebrerà a ottobre a Roma, si analizzeranno le varie forme in cui si presenta la famiglia oggi, non solo in relazione alle varie culture, ma soprattutto nel contesto delle famiglie tradizionalmente cristiane che hanno abbandonato la Chiesa o se ne sono allontanate.

In quest’ultimo gruppo, il più numeroso è forse quello delle coppie spezzate i cui coniugi si sono risposati. La prima verifica sarà vedere, con delicatezza e con il miglioramento dei tribunali ecclesiastici, se il primo matrimonio era valido, perché molte rotture sono la conseguenza di matrimoni nulli in origine per mancanza di consenso, per malattia di uno dei coniugi precedente al matrimonio, per un alto grado di immaturità di uno degli sposi, ecc. Ci sono molti matrimoni nulli, ma non si è fatto ricorso ai tribunali ecclesiastici. Si possono presentare anche situazioni complesse, come un divorzio di lunga durata. Bisogna analizzare caso per caso, perché le situazioni sono molto diverse tra loro.

In una situazione irregolare, è chiaro che la nuova unione non avrà accesso ai sacramenti, al sacramento della penitenza e a quello della Comunione, come ha già stabilito Benedetto XVI nel 2007 nella sua esortazione apostolica Sacramentum Caritatis (n. 29), derivante dal Sinodo dei vescovi sulla famiglia celebrato nel 2005.

Ci sono poi le coppie di fatto, che non vogliono sposarsi, la maggior parte per non assumere impegni per tutta la vita. I giovani costruiscono una vita insieme, ma senza impegni. Molti si sposano quando arrivano dei figli, ma altri continuano a non formalizzare il proprio rapporto.

Cosa fare in questi casi? Il compito di accompagnamento consiste nel condurre la coppia al matrimonio, con molta preghiera, molta amicizia, molta comprensione e molta pazienza. Si ottengono risultati eccellenti, perché Dio, nella sua infinita misericordia, aiuta molto. Spesso dipende dalla maturità dei due e dall’amore che nutrono l’uno per l’altro: l’amore passa sopra agli egoismi o alle comodità personali. Per questo l’amore autentico cammina verso una donazione reciproca totale della coppia e verso i figli.

Quanto alle coppie spezzate i cui coniugi si sono risposati civilmente, il papa chiede di non giudicare, ma di comprendere e accompagnare questi fedeli – che non sono fuori dalla Chiesa – perché siano costanti nella preghiera e nella pratica delle comunioni spirituali, perché se si chiede con costanza di ricevere il Signore, Egli esaudirà questo desiderio.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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