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Chiedendo l’intercessione dei santi stiamo evocando i morti?

Stoning of Saint Stephen – Luigi Garzi (1638–1721) – it

© Luigi Garzi (1638–1721) / CC

http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Garzi_(attr)_Stoning_of_Saint_Stephen.jpg

Benedictus - pubblicato il 16/06/15

Se non consci la differenza, ti consigliamo di leggere questa spiegazione

Alcuni cristiani non cattolici storcono un po' il naso quando noi cattolici chiediamo ai santi che sono in cielo di intercedere per noi qui sulla terra. Per queste persone, invocare l'intercessione dei santi sarebbe lo stesso che evocare i morti, una pratica condannata dalle Scritture. Ma è davvero la stessa cosa?

“…né chi faccia incantesimi, né chi consulti gli spiriti o gli indovini, né chi interroghi i morti” (Dt 18, 11).

Questo è il passo biblico, tratto dal libro del Deuteronomio, usato dai non cattolici per accusare i cattolici che invocano l'intercessione dei santi in cielo di evocazione dei morti! Questa accusa è solo un malinteso circa gli insegnamenti della Chiesa sul fatto di pregare i santi, e anche un malinteso in relazione all'interpretazione di questo versetto.

In realtà il testo completo si riferisce all'occultismo, e questo passo parla delle persone che fanno appello alle forze sataniche al fine di ottenere potere, o la maledizione dei nemici, ecc. Noi cattolici sicuramente non evochiamo i morti, non chiediamo ai santi di apparire, non interroghiamo gli spiriti, non ricorriamo a pratiche come la stregoneria, la fattucchieria, la divinazione, eccetera.

Pregare i santi non ha alcuna relazione con il contesto di questo passo, che si riferisce all'occultismo. In nessun punto di questo testo si dice che non possiamo chiedere l'intercessione dei santi in cielo – membra del corpo di Cristo – per noi che siamo qui sulla terra.

Alcuni, ad ogni modo, continueranno a dire che chiedere l'intercessione dei santi equivale alla necromanzia.

Dov'è la dimora dei morti? In cielo? Nelle Scritture Gesù dice:

“Quanto poi alla risurrezione dei morti, non avete letto quello che vi è stato detto da Dio: Io sono il Dio di Abramo e il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe? Ora, non è Dio dei morti, ma dei vivi” (Mt 22, 31-32).

Dio non è il Dio dei morti, ma dei vivi. I santi, le persone buone, sono vive! Sono sì morti fisicamente, ma qual è il senso reale della morte? 

La morte temporanea del corpo qui sulla terra o la morte eterna di un'anima che si separa dall'amore di Dio? Coloro che sono morti nell'amicizia con Cristo sono in realtà più vivi di noi che siamo qui sulla terra.

Se l'evocazione dei morti si riferisce ai santi che sono in cielo, Dio non starebbe allora infrangendo il suo comandamento nella trasfigurazione?

“Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui” (Mt 17, 1-3).

Mosè ed Elia sono apparsi e conversavano con Gesù. Gesù è venuto meno al proprio comandamento per evocare i morti? È molto più che chiedere l'intercessione di un santo. In questo passo Mosè ed Elia sono di fronte non solo a Gesù, ma anche a coloro che lo accompagnavano. Gesù ha infranto il suo comandamento? No! Perché il Signore è il Dio dei vivi e non dei morti, e Mosè ed Elia sono vivi. In caso contrario, Gesù ci avrebbe dato un cattivo esempio di evocare e conversare con i morti, ma sappiamo che non è questa la situazione.

Questo passo del Deuteronomio si riferisce allora alla pratica dell'occultismo, e non ha alcun legame con quello che fanno i cattolici chiedendo l'intercessione dei santi. Quando i cattolici chiedono l'intercessione dei santi, non vuol dire che stiano adorando i santi, o adorando Maria. Stiamo semplicemente chiedendo la loro intercessione per noi, come facciamo tra noi qui sulla terra.

Noi non adoriamo i santi, non attribuiamo loro nulla che debba essere attribuito solo a Dio. Come si è detto all'inizio, è solo un malinteso su ciò che insegna la Chiesa e sulla corretta interpretazione del testo del Deuteronomio.

[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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