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Bisogna farsi il segno della croce passando davanti a una chiesa?

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Padre Henry Vargas Holguín - pubblicato il 20/05/15

Momenti in cui fuori dalle azioni liturgiche è conveniente (anche se non obbligatorio) farsi il segno della croce

Nel mondo civile e anche militare, ci sono certi gesti che, per patriottismo o altri sentimenti simili, si comandano e si compiono con “devozione” e che nessuno, con giusta ragione, mette in discussione o critica.

In giorni indicati, i cittadini salutano la bandiera del proprio Paese mettendo la mano tesa sul petto o sul cuore, e i militari lo fanno mettendola sulla fronte. In molti Paesi quando si fa il giuramento alla bandiera si stende il braccio, e per cantare l'inno nazionale ci si mette in piedi e si canta con la mano sul cuore.

Rispondere al sentimento patrio di salutare la bandiera o deporre ai piedi del monumento di un padre della patria una corona d'alloro non significa omaggiare un drappo o un busto di bronzo, ma esprimere amore alla patria e ammirazione al padre della patria o all'illustre personaggio.

Nella vita ecclesiale succede qualcosa di simile. La Chiesa non è l'eccezione. Anche nella Chiesa ci sono certi simbolismi, segni e gesti. Fare il segno della croce, oltre ad essere una testimonianza di vita cristiana, si potrebbe intendere anche come un gesto di saluto a Dio e a Gesù Eucaristia passando di fronte a una chiesa, di saluto alla casa di Dio, di saluto alla croce stessa, di saluto a un santo passando o stando vicino a una delle sue immagini. Si capisce che non è un saluto alle pietre del tempio, al metallo della croce o al materiale con cui è fatta l'immagine.

Perché si fa il segno della croce? Perché è il segno del cristiano. Per il cristiano autentico, quindi, è importante pensare spesso al valore della croce, ricordare nel corso della giornata con gratitudine il sacrificio di Gesù sulla croce, segnarsi in vari luoghi e momenti durante la giornata e soprattutto caricarsi, con gli stessi sentimenti di Cristo, la propria croce; quest'ultimo fatto è quello che ci identifica di più come discepoli del Signore Gesù Cristo.

Come compiamo il segno della croce e/o ci segniamo in vari momenti della Messa e della recita dell'officio divino, il segno della croce deve accompagnarci anche in vari luoghi e momenti della giornata, soprattutto negli altri momenti di preghiera.

Una cosa è segnarci in stretto compimento delle norme liturgiche e una diversa è farlo al di fuori di questo contesto in cui si raccomanda vivamente.

Al di fuori delle azioni liturgiche e, per estensione, delle preghiere, fare il segno della croce non è obbligatorio, ma è positivo, logico e conveniente. È assai salutare mantenere questa abitudine. Non dobbiamo perdere i segni esteriori cristiani, perché tra le altre cose si tratta di una testimonianza che ci invita alla coerenza.

Quando conviene o è positivo farsi il segno della croce? È positivo e conveniente fare il segno della croce, come forma o espressione di preghiera, soprattutto quando ci si alza, si esce di casa, si entra in chiesa, si passa davanti a una cappella o a una chiesa in cui c'è il Santissimo Sacramento (ancor di più se è esposto), si inizia a lavorare, prima di mangiare, quando si va a letto e soprattutto quando ci si trova in un momento di necessità, tentazione o pericolo.

Compiere questa azione non è altro che invocare Dio nella sua realtà, come ci ha rivelato Gesù. Costituisce inoltre il grande mistero della nostra fede e quello che ci identifica.

Il segno della croce è il segno del cristiano, e quindi facendolo ci stiamo identificando con Cristo, con la sua vita, le sue parole e i suoi insegnamenti, e dobbiamo cercare di vivere in base a questo.

Indipendentemente dal momento e dal luogo, bisogna sempre fare il segno della croce con coscienza, amore e fede. Molti si limitano semplicemente a compiere il rituale di segnarsi senza sapere perché lo fanno.

È anche scorretto fare il segno della croce di corsa, o fare un abbozzo di croce o con la paura o la vergogna di essere visti. Se si fa il segno della croce in questo modo è un peccato; peccato veniale, ma alla fin fine comunque peccato.

Si è detto in precedenza che fare il segno della croce al di fuori della Messa e delle altre azioni liturgiche è positivo e conveniente, ma una cosa è questa e un'altra, assai sbagliata, è farlo in modo superstizioso. Anche questo è peccato.

Segnarsi in modo superstizioso è credere che la protezione del Signore sia il risultato di un'azione “magica”. Si dimentica che la nostra sequela di Gesù implica il fatto di impegnarci con Lui in tutta la nostra vita, e che quindi i nostri atti devono riflettere la fede che abbiamo seguendo il cammino che Egli ci ha indicato.

Purtroppo ci sono molti che si segnano anche prima di commettere un atto vandalico o delittuoso perché vada loro “bene” e non vengano catturati o assassinati. Questo, ovviamente, è anche peggio.

Per non cadere nella superstizione è importante curare la disposizione interiore. Dobbiamo iniziare con la disposizione interiore e poi passare alle azioni. La disposizione interiore è dare a Dio il suo posto nel nostro cuore, nelle nostre azioni e nei nostri pensieri. È un atteggiamento in cui ci doniamo umilmente a Lui.

Compiere il gesto del segno della croce non è sufficiente se non è accompagnato da altri gesti o atteggiamenti propri della nostra condizione di credenti. Ad esempio quali? Gli stessi che ha fatto il Signore: avvicinamento a chi soffre, gesti che indichino rispetto per la vita altrui, ecc. Gesù ci ha insegnato che per essere suoi discepoli e perché gli altri ci identifichino come tali dobbiamo amarci gli uni gli altri.

Gesù ha detto: “Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando” (Gv 15,14). Non possiamo rimanere tranquilli, quindi, limitandoci a compiere determinati gesti che senza l'impegno con Cristo a favore degli altri resterebbero vuoti.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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