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Confuse “Sfumature di verità” su Pio XII

Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 02/03/15

Presentato in anteprima mondiale a Roma il film-inchiesta su papa Pacelli "Shades of truth". La regista Marabini: "i fatti devono contare più delle parole nella ricerca della verità"

L'intenzione era buona, ma il risultato non è stato all'altezza. Il film-inchiesta su Pio XII, "Shades of truth" ("Sfumature di verità"), presentato in anteprima mondiale a Roma il 2 marzo – anniversario della nascita di Eugenio Pacelli e della sua elezione a pontefice con il nome di Pio XII nel 1939 – dalla regista Liana Marabini, riesce solo in minima parte a restituire quella verità storica sul rapporto tra Pacelli e persecuzione antisemita durante la seconda guerra mondiale che vorrebbe svelare. La narrazione, inoltre, è intralciata da elementi che poco hanno a che fare con la vicenda di Pio XII e alludono in modo confuso, oltre che critico, all'attualità della Chiesa di papa Francesco in materia di difesa del celibato dei preti, abusi sessuali, forme della liturgia. Impietoso il giudizio dell'Osservatore Romano (3 marzo) secondo il quale "non è certo con lavori come Shades of Truth che si aiuta la comprensione storica dell’operato di Pio XII e della sua Chiesa nei confronti del popolo ebraico durante la seconda guerra mondiale. Perché quando i mezzi produttivi e artistici non sono all’altezza di un compito di tale spessore, allora è meglio rinunciare".

Il film narra la storia di un giornalista italo-americano di origine ebraica che nutre una fiera avversione nei confronti di Pacelli accusato comunemente di non aver fatto abbastanza per impedire lo sterminio degli ebrei e decide di approfondire la figura del pontefice con un reportage. Nel percorso tra Vaticano, a Gerusalemme, Berlino e Lisbona, punteggiato da testimonianze ed incontri, arriverà a cambiare idea, con un clamoroso risvolto anche nella vita personale. Tra gli attori Christopher Lambert, gli italiani Giancarlo Giannini, Remo Girone e Victoria Zinny,Gedeon Burkhard (il commissario Rex della tv è qui un sacerdote appassionato di arti marziali medievali), David Wall che ha il ruolo del protagonista, David Milano, e anche la principessa Maria Pia Ruspoli, moglie del principe Sforza, della nobiltà romana papalina. "Shades of Truth" sarà presentato fuori concorso al Festival di Cannes, e negli Stati Uniti durante l’Incontro mondiale delle Famiglie del prossimo settembre a Philadelphia, al quale interverrà anche Papa Francesco.

La tesi della regista, evidenziata anche nel trailer, è che, lungi dal non essersi adoperato per salvare gli ebrei, Pio XII ne abbia in realtà salvati oltre 800 mila in vari Paesi europei e che, quindi, egli rappresenti un misconosciuto "Schindler" del Vaticano. Per questo motivo, nella locandina del film, il giovane interprete di Pio XII indossa, sulla talare bianca, la croce pettorale e a sinistra la stella gialla di David, il simbolo che gli ebrei furono costretti ad indossare nell'Europa occupata dai nazisti.

L'intento del film – afferma la regista Liana Marabini parlando con Aleteia – non è fare una lista di "buoni" e "cattivi", che a volte nella verità storica rischiano di essere confusi, ma "invitare coloro che hanno già condannato Pio XII a leggere meglio la storia. Il film è solo una piccola cosa in questa direzione". La regista ha dedicato oltre cinque anni a studiare documenti – si parla di 100 mila pagine e testimonianze anche poco note di ebrei che ebbero salva la vita grazie a Pacelli – e ha preso ispirazione da una figura vera: "non è un giornalista, come nel film, ma esiste davvero e sono veri anche tutti i personaggi che si vedono".

Perchè ha deciso di occuparsi di Pio XII?

Marabini: "Oltre alle attività di produttore cinematografico ed editore, mi occupo, per mia attitudine personale, di sacerdoti in difficoltà. Il mio primo pensiero davanti a uno di essi è trovare il modo di aiutarlo. Pio XII è un sacerdote in difficoltà nella considerazione dell'opinione pubblica

Cosa la colpisce di più nella sua vicenda?

Marabini: "Proprio l'incomprensione di cui è fatto oggetto. E' davvero la persona più incompresa del XX secolo e c'è tanta contraddizione intorno a lui. Non posso fare a meno di pensare allo zampino del diavolo…".

Perchè, secondo lei, non si riesce a gettare piena luce su quanto avvenne?

Marabini: "Molto semplicemente perchè manca la volontà di leggere ciò che già esiste. Da quando sono stati aperti gli Archivi segreti vaticani relativamente a Pacelli, nessuno dei suoi detrattori è andato a consultarli: perchè? Sono pubblici, tutti possono accedere".

Quale episodio l'ha colpita di più nella sua ricerca?

Marabini: "Quelli che ho raccontato nel film e che sono tutti veri. Per esempio che ordinò personalmente di costruire contrassegni dello Stato Città del Vaticano per identificare come appartenenti alla Santa Sede, e quindi in regime di extraterritorialità, immobili dove erano nascoste famiglie ebree: ho immaginato il fabbro cui si rivolse che provvedeva a fissare le placche ai palazzi, di notte, di nascosto. Sembra una cosa semplice, ma non credo lo fosse affatto. Poi c'è un aspetto più personale. Io so che per un prete è difficile compiere delle azioni contro le proprie convinzioni. Penso al sacerdote e al papa che mente per nascondere gli ebrei e salvarli, fa quindi cose che normalmente non farebbe, ma i suoi principi passano in secondo piano rispetto alla necessità di salvare la vita alla gente che ha davanti. Per me contano i fatti, che in questo caso sono le vite che ha salvato. Ho l'impressione che chi lo denigri non si basi sui fatti, ma su parole, opinioni.

Quale pubblico si augura per il suo film?

Marabini: E' un film per tutti, spero che tutti possano trovare dei fatti e non solo delle parole per farsi un giudizio proprio su quanto è avvenuto e su chi sia davvero papa Pacelli.

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