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“Non importa quanto tempo vivrà noi gli daremo tutto il nostro amore di genitori”

Mc Gill Family

© Anencephaly Follow Our Journey From Start Lets Get More Support Out There / Facebook

Aleteia - pubblicato il 13/01/15

La famiglia McGill e il loro piccolo affetto da anencefalia. La madre: "non vedo l’ora di poter dire a tutti il suo nome"
“Mamma” fa spesso e volentieri rima con “amore”.

Ogni giorno esistono storie che raccontano le vicende eroiche di madri che accudiscono e crescono i loro figli nel silenzio, nella fatica, nel sacrificio. Nel dolore. Lo fanno senza che nessuno glielo abbia ordinato, in virtù di un amore più grande, che “dà la vita per un'altra vita.”

Vocazione mamma
Esistono anche tante storie che sono state raccontate per testimoniare la gratuità dell'amore materno. Come quella di mamma Veronica: colpita da leucemia ha aspettato a curarsi per far nascere la sua piccola Matilde. O quella della madre del piccolo Shane amato per sole 4 ore di vita. C'è poi mamma Silvia che davanti alle 30 ore di vita del piccolo Benedetto ha detto il suo “Sì” al Mistero che si faceva carne.

La storia dei McGill
Una delle ultime storie di una “mamma coraggio” (come vengono spesso soprannominate dai media) arriva dall'Irlanda del Nord. Ci parla di Elisha McGill mamma di 2 bimbi e in attesa di un terzogenito, giunto alla 19esima settimana, a cui è stata diagnosticata un'anencefalia: il bambino si sta sviluppando senza una parte di cranio e i medici non hanno dato nessuna speranza ai genitori del piccolo. Infatti, i bambini affetti da anencefalia spesso muoiono durante il parto, pochi vivono solo alcuni minuti, in casi rarissimi . Ma i McGill sono sicuri che il loro bimbo/a ha un destino buono e per questo lo voglio accudire per il tempo che gli sarà dato.

La speranza e la vita
I genitori vogliono fare di tutto per far arrivare la gravidanza fino alla 36esima settimana, quando “baby McGill” potrebbe venire alla luce. “Noi speriamo di far arrivare il nostro piccolo alle 36 settimane e poi coccolarlo per i pochi minuti che ci saranno concessi – ha dichiarato Elisha al Belfast Telegraph – infine ci auguriamo che parti di lui possano continuare a vivere insieme ad altri bambini”.

Un dono per gli altri bambini
Infatti la volontà dei coniugi è di donare i suoi organi ad altri piccoli malati. “Non importa quanto tempo il piccolo vivrà noi gli daremo tutto il nostro amore di genitori” ha continuato mamma Elisha “Siamo a metà percorso e il piccolo ha cominciato a tirare i primi calci, è emozionante sentire come lotta per la vita, sua e di altri bambini come lui. Non vedo l’ora di poter dire a tutti il suo nome e poi poterlo cullare tra le mie braccia. Per giorni, ore, o anche solo qualche secondo”.

Pagina Facebook per la causa
I McGill hanno deciso di condividere la loro battaglia quotidiana con tutti coloro che vorranno interessarsi e per questo hanno aperto una paginaFacebook, che si chiama “Anencephaly Follow Our Journey From Start Lets Get More Support Out There”. Postano le analisi e i risultati delle visite di Elisha. (Huffington Post, 12 gennaio)

Tags:
testimonianze di vita e di fede
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