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Papa Francesco, l’attenzione al creato aiuta a prevenire le catastrofi naturali

Pope Francis and the Angelus – it

© Giancarlo GiulianI/CPP

Roberta Sciamplicotti - Aleteia - pubblicato il 10/02/14

Come i suoi predecessori, sottolinea l'importanza del ruolo di custode affidato all'uomo

Come i suoi predecessori Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, anche papa Francesco ha a cuore il tema della custodia e del rispetto per il creato e ne ha fatto uno degli argomenti ricorrenti dei suoi interventi.

Nell’Angelus di questa domenica, 9 febbraio, a seguito dell’ondata di maltempo che ha investito varie parti del mondo – Italia e Roma comprese -, il pontefice ha infatti pregato “per quanti stanno soffrendo danni e disagi a causa di calamità naturali, in diversi Paesi”e ha osservato che la natura “ci sfida ad essere solidali e attenti alla custodia del creato, anche per prevenire, per quanto possibile, le conseguenze più gravi”.

L’attenzione al creato era già stata espressa dal pontefice nella Messa per l’inizio del pontificato, il 19 marzo 2013, quando ha esortato non solo i cristiani, ma tutti a “custodire l’intero creato, la bellezza del creato”, e ad “avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo”.

Nel tema della custodia del creato, Francesco segue le orme dei suoi predecessori. “Un primo elemento di piena continuità con il magistero precedente è che prendersi cura del creato non vuol dire solo prendersi cura dell’ambiente naturale o fisico, ma prima di tutto e soprattutto dell’uomo”; “un secondo elemento è che la custodia del creato riguarda non solo gli atteggiamenti individuali ma anche la costruzione comunitaria della polis: ‘vorrei chiedere, per favore, a tutti coloro che occupano ruoli di responsabilità in ambito economico, politico o sociale …: siano custodi della creazione’. Un terzo elemento è che la natura è più propriamente detta ‘il creato’ e senza considerarla tale, ossia dono di Dio, – ‘Siate custodi dei doni di Dio!’ – si finisce per non rispettarla. Un ultimo elemento è che tutto si gioca nel cuore dell’uomo e solo dopo nelle strutture. Inutile voler custodire il creato se prima non custodiamo noi stessi, nella pienezza spirituale di questo termine. La custodia del creato ‘chiede bontà’” (Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuân, 25 marzo 2013).

Il rapporto tra difesa del creato e difesa dell’uomo è stato sottolineato ampiamente da Giovanni Paolo II, che nel suo Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1990 ricordava il “carattere morale” della crisi ecologica, osservando che “se manca il senso del valore della persona e della vita umana, ci si disinteressa degli altri e della terra”. Per questo, esortava “l’intera comunità umana – individui, Stati ed organismi internazionali” ad assumere “seriamente le proprie responsabilità”.

“La terra è essenzialmente un’eredità comune, i cui frutti devono essere a beneficio di tutti”, aggiungeva, richiamando la “necessità di un’azione concertata a livello internazionale” e di “una nuova solidarietà, specialmente nei rapporti tra i Paesi in via di sviluppo e i Paesi altamente industrializzati”.

Il legame tra rispetto del creato e rispetto dell’uomo è stato rimarcato più volte anche da Benedetto XVI, per il quale “oggi più che mai” è chiaro che il rispetto per il creato “non può dimenticare il riconoscimento del valore della persona umana e della sua inviolabilità, in ogni fase della vita e in ogni condizione”. Rispetto per l’essere umano e rispetto per la natura sono dunque un tutt’uno, ed “entrambi possono crescere ed avere la loro giusta misura se rispettiamo nella creatura umana e nella natura il Creatore e la sua creazione” (28 novembre 2011).

“Non c’è un futuro buono per l’umanità sulla terra se non ci educhiamo tutti ad uno stile di vita più responsabile nei confronti del creato”, ha avvertito papa Ratzinger, sottolineando “l’importanza della parola ‘creato’, perché il grande e meraviglioso albero della vita non è frutto di un’evoluzione cieca e irrazionale, ma questa evoluzione riflette la volontà creatrice del Creatore e la sua bellezza e bontà”.

La custodia del creato è a tal punto importante per la coesistenza sulla Terra che Benedetto XVI ha intitolato il suo Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2010 “Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato”, esortando l’umanità a rinnovare e rafforzare “quell’alleanza tra essere umano e ambiente, che deve essere specchio dell’amore creatore di Dio”.

Papa Francesco porta dunque avanti le posizioni di chi lo ha preceduto nel ruolo di vescovo di Roma sul tema del rispetto dell’uomo per la creazione di Dio, ma ciò non fa affatto delle sue parole sul tema dei manifesti ecologisti, perché “creato e ambiente sono due concetti diversi: l’ambiente infatti è qualcosa che sta al di fuori dell’uomo. Esso ha un suo equilibrio che l’uomo può soltanto rompere, per cui meno ci si muove meglio è. Del creato invece l’uomo non solo fa parte, ma ne è il vertice”. “Quella della chiesa è una visione antropocentrica, a differenza di quella dell’ambientalismo che va tanto di moda: Dio ha consegnato all’uomo il creato, e l’uomo ne risponderà davanti a Lui” (il Foglio, 21 marzo 2013)

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