Piera degli Esposti è una delle interpreti più acclamate e apprezzate, non solo in campo teatrale, ma anche nel cinema e nelle fiction televisive. Da quando ha cominciato a calcare i primi palcoscenici, si è sempre misurata con ruoli drammatici e comici con assoluta versatilità, privilegiando quelli non convenzionali.
Nella sua lunga carriera, che gli è valsa ben due David di Donatello, si è cimentata spesso in ruoli che avevano a che fare con il sacro. Nel 2012 ha avuto l’onore di leggere i commenti durante la Via Crucis col papa al Colosseo. Una delle sue interpretazioni più intense l’ha offerta vestendo i panni di Maria nella Rappresentazione della Passione: “Un’esperienza che mi ha coinvolta sia come attrice sia come donna”, ha raccontato alla rivista “A sua immagine” (30 novembre).
“L’ho considerata una sorta di privilegio, professionale e spirituale – ha spiegato –. All’inizio ne ero quasi spaventata: credevo di non essere all’altezza, poi è successo qualcosa e sono entrata nel personaggio spontaneamente. Questo mi ha fatto riflettere, in un momento particolare della mia vita, pieno di lutti e sofferenze, e mi ha fatto ridimensionare tutti i miei guai personali senza più nessuna paura”.
Un successo, il suo, raggiunto nonostante mille difficoltà e lunghe pause di lavoro forzate, dovute alla salute cagionevole. “Ci sono vite che non vengono intaccate da grandi disgrazie – ha confessato l’attrice – altre che subiscono prove continue: la mia appartiene alla seconda categoria”.
Piera degli Esposti ha sofferto infatti per la morte della madre, della sorella Carla, del compagno, scomparso in un incidente stradale, e per il tumore ai polmoni che l’ha colpita qualche anno fa e che ha affrontato con coraggio: “La salute del corpo è importante. Ma conta di più quella dell’anima, perché quando lo spirito è forte, una persona, anche menomata da una malattia, riesce a realizzare i propri sogni. Il pensiero del Cristo Risorto mi dà il coraggio di andare avanti. E sono contenta quando posso trasmettere qualcosa della mia esperienza ai giovani che vogliono fare questo mestiere”.
E a questo proposito ha affermato: “Per essere attori non è sufficiente la bella voce, la buona dizione, la disinvoltura, l’elegante quanto narcisistico porgere ma calarsi nel proprio buio profondo per risalire poi, portandosi alla luce”.