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Vergine Salus populi romani: quando ad agosto a Roma nevicò

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Chiara Santomiero - pubblicato il 05/08/13

L'icona molto cara a Papa Francesco custodita a S. Maria Maggiore viene festeggiata il 5 agosto

«Cari amici domani è la festa della nostra Madre, la Vergine Salus populi romani». Anche all'Angelus del 4 agosto il pensiero di Papa Francesco è tornato alla Madonna che protegge Roma, la cui icona è venerata in Santa Maria Maggiore. Ai fedeli presenti in piazza S. Pietro nonostante la canicola agostana il pontefice ha chiesto prima un'Ave Maria recitata «tutti insieme» e poi anche un applauso per la Vergine Salus populi romani.

Questa immagine, situata sull'altare della Cappella Paolina, è così cara a Papa Francesco che si è recato a pregare davanti ad essa già il giorno dopo la sua elezione, sovvertendo per la prima volta cerimoniali e protocolli di sicurezza nel modo che presto tutti avrebbero imparato a conoscere. Quindi è tornato a "salutarla" nel mese di maggio, al Corpus Domini, prima di partire per Rio de Janeiro – per affidarle il suo viaggio e la Giornata mondiale della Gioventù – e al ritorno, lunedì scorso, facendosi portare alla Basilica direttamente dall'aeroporto di Ciampino.

Anche Giovanni Paolo II fin dall'inizio del suo pontificato ha voluto che una lampada ardesse giorno e notte sotto l'icona della Salus, a testimonianza della sua grande devozione per la Madonna.

Il 5 agosto nella Papale Arcibasilica Patriarcale Maggiore Arcipretale di Santa Maria Maggiore (questo è il suo nome completo) si festeggia la Madonna della neve.
La tradizione vuole che sia stata la Madonna stessa ad ispirare il luogo dove erigere la chiesa in suo onore apparendo in sogno a papa Liberio e al patrizio Giovanni e suggerendo che il sito sarebbe stato indicato miracolosamente. Così quando il mattino del 5 agosto del 352 una decisamente insolita nevicata imbiancò l'Esquilino, papa Liberio ne trasse le conseguenze e tracciò nella neve il perimetro della nuova basilica finanziata poi dal patrizio Giovanni. Di questo antico edificio rimane il ricordo in un passo del Liber Pontificalis che afferma che Liberio «fecit basilicam nomini suo iuxta Macellum Liviae».

Su questa prima chiesa, sarebbe stata fatta edificare la basilica attuale da Sisto III (432-440) che la dedicò al culto della Madonna, la cui divina maternità era stata appena riconosciuta dal Concilio di Efeso nel 431.

Tuttavia "Liberiana" è uno degli attributi con i quali viene indicata la basilica nelle vicinanze della stazione Termini, conosciuta anche come Santa Maria ad praesepium, perchè al suo interno sono conservate quelle che la tradizione popolare venera come le tavole della mangiatoia nella quale fu deposto Gesù la notte di Natale.

Ogni anno il 5 agosto, in ricordo di quel primo miracolo fissato dalla tradizione, avviene la rievocazione di quel fatto mirabile con una cascata di petali che viene fatta scendere dalla cupola della Cappella Paolina.  

Sulla piazza, grazie all'ideazione dell' l’architetto Cesare Esposito, fasci di luce di diversi colori faranno "ruotare" le statue della monumentale facciata della Basilica per raccontare la storia delle antiche tradizioni di Roma. Con il sottofondo musicale di Bach e Vivaldi e l’Inno alla Gioia di Beethoven, una grande nevicata artificiale e l’apparizione in plein air della Madonna "sarà – afferma l'architetto Esposito – il momento focale, suggestivo che dedichiamo a tutti coloro che sono poveri, ammalati, invisibili e detenuti".

E chissà che Papa Francesco non torni a salutare la "sua" Madonna…

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