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Che cos’è il New Age?

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Monsignor Raúl Berzosa - pubblicato il 03/04/13

Una grande sfida per la Chiesa

1. Il New Age è un fenomeno del XX secolo, l'esplosione di un nuovo tipo di spiritualità



Il New Age nasce come una specie di sensibilità “epocale”, soprattutto nei Paesi del cosiddetto Primo Mondo. Quando si ha lo stomaco pieno, bisogna riempire anche la mente e il cuore. Questo nuovo fenomeno affiora come un grande polipo, con tentacoli in tutti i settori culturali, ma di cui è molto difficile scoprire gli occhi e il cervello.


Perché il New Age viene chiamato anche “Era dell'Acquario”? Perché ci troveremmo quasi alla fine di un ciclo astronomico (Pesci) e all'inizio di un altro (Acquario). C'è stato un periodo in cui si è vissuto sotto il segno del Toro, e sono apparsi gli imperi e le religioni della Mesopotamia. È poi giunto l'Ariete, ed è fiorita la religione ebraica. Il segno dei Pesci, che ha iniziato il suo regno il 21 marzo del primo anno della nostra era, è stato chiamato “cristico” (IXCIS). Verso il 2016 il sole entrerà nel segno dell'Acquario, e questo segno porterà con sé una nuova religiosità mondiale capace di riconciliare tutte le altre religioni. L'Acquario presupporrà un nuovo ordine mondiale, un'umanità nuova e una nuova religione. Il New Age comporterà un'era di amore, concordia e luce, di vera liberazione dello spirito. Si parla del ritorno di un nuovo Cristo: non lo storico Gesù di Nazareth, ma Maitreya.

Il New Age rappresenta una vera bomba a orologeria per le religioni, perché non si tratta solo di un'altra religione, né di un nuovo movimento o di una nuova setta. È una completa “gnosi”, o visione integrale della realtà. Ciò che è più grave è che non si scontra con il cristianesimo, né con le religioni in generale, ma si instaura in esse, e anche utilizzandone il linguaggio, la spiritualità e i simboli dà loro un senso del tutto diverso.


2. Il New Age ha una caratteristica fondamentale: è un nuovo narcisismo, e allo stesso tempo una nuova concezione dell'universo

Il New Age rappresenta un nuovo narcisismo in cui si impongono la vita privata, l'utopia individualista e la rivalorizzazione delle proprie esperienze personali. Questo narcisismo è tuttavia compatibile con la tendenza a pensare in senso planetario (in chiave olonimica), nel senso che ci avviciniamo a passi sempre più grandi a una nuova società, a un mondo nuovo, in cui né la politica né la religione né i costumi saranno motivo di separazione o di odio.

Insieme al narcisismo e alla tendenza a pensare a livello planetario, assistiamo a un nuovo slittamento dell'aspetto religioso e a un nuovo risveglio religioso, qualcosa come una “nuova spiritualità per una nuova era”, una sorta di “ritorno del sacro-represso”.

David Spangler (1999) riassumeva il New Age con questi aggettivi: olistico (globalizzatore: il tutto nelle parti e le parti nel tutto); ecologico (La Terra Gaia; noi siamo come un neurone del sistema nervoso centrale della Terra); androgino (l'arcobaleno e lo yin e yang sono simboli che hanno a che vedere con la complementarietà dei contrari); mistico (il sacro in tutte le parti, inclusa la vita quotidiana); planetario (le persone radicate nella propria cultura devono aprirsi alla cultura universale cercando amore, compassione, pace e un governo mondiale).


3. Il New Age, pur affondando le sue radici nei movimenti esoterici del XIX secolo, è un prodotto culturale tipico della crisi spirituale del XX secolo



In base ad alcune opinioni sull'origine e sullo sviluppo del New Age, questo risale ai movimenti gnostici dei secoli II-IV. Per altri è la convergenza della trasformazione del socialismo in ecologismo e del capitalismo individualista in narcisismo. È qualcosa come la confluenza naturale “postmoderna” della caduta e trasformazione delle due grandi ideologie del XX secolo. C'è chi sostiene che sia il frutto maturo di una “religiosità postmoderna”: dal geocentrismo all'antropocentrismo, e da questo al cosmocentrismo.

Circa la sua origine, l'esperto Luigi Brenzano segnala due correnti nel New Age: quella europea e quella nordamericana. Quella europea affonda le radici nella società teosofica (1875) di Helena Petrovna Blavatsky e Henry Steel Olcott, che volevano portare l'uomo moderno, prigioniero dei vincoli del materialismo e dei dogmi delle Chiese tradizionali, alle fonti dell'antica saggezza, soprattutto orientale. Vuole essere una dottrina “ponte” tra Oriente e Occidente, tra cristianesimo ed esoterismo, tra movimenti religiosi settari e i nuovi movimenti magici. Nel XX secolo hanno spiccato Paul Le Cour (1871-1954) e Alice Ann Bailey (1880-1949).

La corrente nordamericana ha invece come precedente il trascendentalismo americano del XIX secolo, come reazione al materialismo e all'utilitarismo illuminista. L'autore più noto è Ralph Waldo Emerson. Questo nuovo paradigma ha preso maggiormente forma in California negli anni Cinquanta: da gruppi dei Rosacroce alla Unity School of Christianity. Più tardi sono arrivati negli Stati Uniti la rivoluzione hippy e soprattutto i gruppi underground, diventati il brodo di coltura del New Age in Nordamerica. Il mercato New Age coniuga il benessere e il ben apparire interno ed esterno, l'alimentazione e l'estetica, la scienza e la spiritualità, l'economia e l'ecologia.


4. Tratti spirituali che definiscono il New Age

C

Vidal Manzanares si lancia, in una prima approssimazione e prendendo come punto di riferimento il cristianesimo, nella realizzazione di questo breve riassunto: non c'è posto per un Dio personale, creatore e distinto dalle sue creature. Non è chiaro nemmeno il concetto di creatura, visto che si fonde nella divinità, o viene valorizzata solo per i suoi livelli di coscienza, come se non avesse una consistenza propria. Non c'è posto per rendere conto davanti a un Dio Personale, visto che l'uomo non è peccatore o colpevole, ma imperfetto, e questa imperfezione va scomparendo nella misura in cui si raggiungono livelli superiori di coscienza, o mediante reincarnazioni successive. È stato scritto: “Non siamo peccatori per natura, né ci aspetta un castigo eterno, né arriviamo in questo mondo con qualche peccato, né abbiamo bisogno di qualcuno che ci salvi o ci redima, perché non siamo mai stati in vendita. In realtà la nostra essenza è immortale, e abbiamo davanti un futuro inimmaginabile”.



I “punti teologici” del New Age

Una nuova divinità, sdoppiata in due realtà:
- Una sorta di principio di totalità di fronte al monoteismo, che si definisce come teorie dei legami, campi morfogenetici, auto-organizzazione dell'Universo, spiritualità globale, ecc.
- Gaia (Gea), la dea madre Terra, intesa come essere planetario, organismo vivo, e il cui “organo esecutore” sarebbe l'umanità. Tutto ciò che riguarda la Terra riguarderà l'uomo. Tutto è unificato. Bisogna scoprire la dimensione ecologica in ogni cosa e avvenimento. Si sostituisce l'immagine paterna di Dio con quella materna immanente, la cui energia sostiene e pervade tutto. La pietà e la religiosità nuove sono matriarcali. Né la fede in un Dio personale né Gesù come Dio sono più sostenibili. Solo attraverso una sintonia e un'identificazione mistica con la natura e l'universo l'uomo arriverà alla libertà e troverà il suo umile posto nel divenire cosmico.


Reincarnazione positiva: Il tema della reincarnazione è molto popolare nel New Age. Trattato in forma scientifica e in modo romanzato, è inteso come evoluzione ottimista verso la perfezione totale soggettiva e personale, secondo i diversi livelli di coscienza acquisiti. Non è la reincarnazione classica orientale (purgativa e di purificazione), ma quella positiva, perché in ogni vita raggiungiamo livelli di coscienza superiori. Unita al tema di questa reincarnazione in senso positivo e per trovare una base affidabile e plausibile, si troverebbe la credenza in corpi energetici, tra i quali un “corpo astrale”, e nell'importanza e nel senso dei “chakra”. Un altro modo di definire i campi energetici o lo spettro energetico è l'“aurea”, che si dice possa anche essere fotografata.

Una nuova cristologia: La base del New Age si fonda sul nuovo ritorno di Cristo, ma di un Cristo totale, capace di unificare le forze spirituali dell'umanità, riassunte nel triangolo Luce, Amore, Potere, capace di darci la nuova acqua dell'Era dell'Acquario e di iniziarci a nuove forme di coscienza e illuminazione. Cristo è il paradigma dell'umanità, della religione e dell'unione delle culture orientali e occidentali. È la spiritualità del Cristo-Cosmico, del Cristo-Energia, dello Spirito Cristico-Universale, prima incarnato in grandi personalità religiose: Buddha, Krishna, Gesù di Nazareth, Maometto. Ad ogni modo, il Cristo non è solo uno, unico, mediatore e salvatore. Si applica a diversi personaggi, e infine a ciascuno di noi.

Una nuova teologia cosmica, capace di colmare il vuoto e il nonsenso dell'uomo e della società attuali, e di aprire a una nuova liberazione più integrale di quella meramente razionalista-illuminista o di prassi. È una cosmologia ispirata alla visione di Teilhard de Chardin, ma compiendo un passo ulteriore: è l'evoluzione trasformatrice dalla cosmogenesi alla biogenesi, e dalla biogenesi all'antropogenesi. Una volta resa viva l'antropogenesi come coscienza collettiva e modo di vivere l'amore totale, si passerà alla noogenesi superiore, ovvero si passa dal naturale inerte al biologico, dal biologico all'umano, dall'umano all'umanità e dall'umanità “nuova”, con consapevolezza ecologica e olistica, o di fusione, a una coscienza superiore e perfetta. Tutto ciò muovendosi in un immanentismo (solo un mondo, il nostro) e un panteismo (tutto è allo stesso tempo naturale e divino).

Alla ricerca del maestro interiore che portiamo in noi: una spiritualità sperimentata personalmente; no alle mediazioni istituzionali (Chiese) e alle mediazioni sacramentali: La persona umana, secondo il New Age, è religiosa nel profondo della sua esistenza, ma non religiosa o legata a un Dio personale. È religiosa in relazione a un sentimento e a una percezione originaria della vita della natura, la percezione delle sue leggi, l'immersione nella corrente “soprannaturale” della vita stessa. È, in sostanza, “misticamente ecologica”, o fa dell'ecologia la sua mistica genuina. In onore di questa nuova mistica dobbiamo porre fine all'oggettivo, al dogmatico e alle concezioni teologiche delle grandi Chiese. La nuova teologia e spiritualità è funzionale-dinamica e non oggettiva-istituzionale.

Un metodo gnostico-esoterico, di autorealizzazione o del potenziale umano: Cinque chiavi insistenti e sottolineate dal New Age: realizzazione di sé; armonia con il cosmo; responsabilità “storica” nei confronti della nuova umanità emergente; visione ottimista della realtà e del futuro; ampliamento dei livelli di coscienza; primato dell'esperienza personale.

Si privilegia l'esperienza (non tanto credere quanto sperimentare), l'ortoprassi individualista di fronte all'ortodossia, l'autotrasformazione con gesti alle indicazioni scritte. È una coscienza monista-progressiva del mondo (olismo) di fronte al dualismo cristiano, e si verificano un ottimismo e un'escatologia benevola (tutti salvati con la reincarnazione). C'è il primato dell'amore come armonia-comunione, e della felicità sotto forma di benessere personale, già qui e ora.

Questo movimento del potenziale umano è uno degli aspetti più valorizzati dai network neperiani. Lo Human Potencial Movement pone tra i suoi fini principali lo sviluppo delle potenzialità latenti nell'uomo nella più ampia disponibilità per accogliere esperienze di integrazione mente-corpo e tutte le tecniche di espansione della coscienza: le “grida di guerra” sono “Espandete la vostra coscienza”, “Realizzate il vostro io”, “Pensate positivo”, “Usate il vostro potenziale creativo”.

Alcuni autori parlano di “autosalvezza” in due versioni: non essendo Cristo il Salvatore, le mediazioni salvifiche sono “metodi di autosviluppo”, e la stessa escatologia, in forma di reincarnazione, non è altro che un'“autosalvezza”.

In fondo, un nuovo concetto di religione (e di mistica): Le religioni come organizzazione mancano di valore dal punto di vista della verità. Hanno solo un valore sociale o storico. La fede è una fiducia, un lasciarci muovere con fiducia dalla verità. Non ha alcuna importanza che si accettino o meno alcune idee. Certi dicono di credere in alcune dottrine, altri di non crederci; ad ogni modo, il loro livello d'essere può essere lo stesso, e potrebbe anche vivere con più fede la persona che non accetta le credenze e vivere con meno fede chi le accetta. La fede che ha una persona non si nota perché dice “credo o non credo in Dio”, ma si manifesta per la fiducia con cui vive, per la pace e l'equilibrio interiore che esprime nel suo stare nella vita. La presenza di Dio, del divino, non è qualcosa da raggiungere e che è estraneo alla vita quotidiana. Il divino è lo sfondo che devo scoprire in tutto il mio vivere. È ciò che darà senso alla mia vita, l'unica cosa che mi realizza. Il cammino della religione è trovare qui e ora il nostro modo adeguato di tornare a unirci alla Realtà, di ricollegarci.

5. Il New Age pone sfide molte serie alla Chiesa in quest'era postmoderna



In altre occasioni ho scritto e definito altri tratti della religiosità di oggi.

Li ricordo:



– Una società secolarizzata non è necessariamente una società a-religiosa… Non è la pura indifferenza a caratterizzare la nostra società, ma il fatto che le credenze sfuggano al controllo delle Chiese e religioni tradizionali (Hervièr-Léger). Non è in crisi il sacro, ma la “religione delle Chiese”.



- L'esperienza soggettiva è la norma religiosa (G. Anleo). L'aspetto religioso si “contagia” per contatto personale e per contagio comunitario (P. Belderrain).



– L'aspetto religioso oggi non si caratterizza per la sintesi, ma per la giustapposizione di dottrine e riti (F. Champion).



- Dal fedele praticante siamo passati al pellegrino o collezionatore di esperienze e di religiosità “alla carta” (Hervièr-Léger).



- Ancor più grave: si parla di una spiritualità al di là della religione e si insiste sul fatto che ciò che è in crisi attualmente non è l'aspetto spirituale, ma alcune forme dell'aspetto religioso; concretamente le religioni istituzionali tradizionali, che si trovano disorientate, hanno perso il contatto con la realtà e i settori che muovono la società (giovani), non riescono a comunicare adeguatamente con i loro contemporanei e sono in una condizione costante di crisi di credibilità morale (pederastia e peccati nella lunga storia della Chiesa).



- I fedeli delle religioni tradizionali si sono “autoesiliati” volontariamente, in silenzio e dalla porta posteriore, senza fare polemiche con un'istituzione con cui non credono sia possibile dialogare. E se ne sono andati, in molti casi, non per mancanza di spiritualità, ma per il contrario: per l'insopportabile insoddisfazione nei confronti dello spirito stretto e morto che si respirava nelle istituzioni religiose.



- Si sottolinea che forse le religioni stanno morendo perché è passato il loro momento (il loro “kairós”), ma lasceranno una grande eredità all'umanità, il meglio di sé: la spiritualità che hanno voluto veicolare e che spesso hanno soffocato.


- La spiritualità del futuro si chiamerà “laica” o del “ritorno alle fonti” e del “ricollocare la spiritualità al suo posto naturale”: la profondità esistenziale della persona (il suo spirito); una spiritualità del proprio corpo (essere di più, sentire di più, godere di più, amare di più, ridere di più, ballare di più…); una spiritualità di sentire l'altro come esperienza del sacro, e una spiritualità ecologica o di nuova relazione sinergica con la terra.



Circa le sfide che questa nuova teologia pone al cristianesimo segnaleremo, con M. Fuss, che sono in gioco almeno queste realtà:
l'interpretazione del religioso in chiave panteista, fondendo cosmo-uomo e divinità, senza la necessità di ricorrere a un Dio Trascendente; l'assenza di necessità di un Cristo Mediatore-Salvatore, ma solo come maestro interiore; la necessità di tornare a un'esperienza di Dio profonda, personale e comunitaria; il dialogo tra religioni; l'approfondimento di dogmi come quello trinitario e quello cristologico e della pneumatologia.



a) da un lato di fronte al New Age ci troveremmo in una versione modernizzata del sogno neoliberale nordamericano che sfocerà nel fenomeno della globalizzazione “economica”. In questo senso sostengo che il New Age è come l'“anima o spirito” della globalizzazione economica neoliberale. Per ribadire questo atteggiamento basta leggere le opere di Novak, Bell, Berger e Fukuyama.



b) teologicamente, il New Age affonda le radici in quello che H. De Lubac ha denunciato come i figli di G. da Fiore: l'arrivo della terza epoca dello Spirito, superando il Cristo carnale, in varie versioni, e trasformando il cristianesimo in qualcosa di “disincarnato” (non sacramentale né ecclesiale) e gnostico.



c) Dall'altro lato, e al termine di questo percorso, affermiamo che la moda del New Age sfumerà, ma le domande che pone resteranno. Domande che si riferiscono al senso dell'uomo, della natura e della divinità, domande alle quali il cristianesimo ha saputo e saprà rispondere dal mistero profondo e integrale di Gesù Cristo, vera e unica fonte di acqua viva. Bisogna continuare ad appagare la sete delle generazioni; “quando non si crede nel vero Dio si crede in qualsiasi cosa” (M. Eliade); “quando dagli altari scompaiono gli dei, si riempiono di demoni” (Heidegger). La mistica cristiana, inclusa quella di autentica tradizione carmelitana, trova un'attualità e una missione rilevante in questo compito. È una sfida piena di speranza.

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