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I Testimoni di Geova sono cristiani?

Aleteia - pubblicato il 10/02/13

Quando si parla di loro, si pensa subito alla predicazione porta a porta, con in mano la Bibbia o la rivista “Torre di guardia”. Sono fondamentalisti delle Sacre Scritture?

I Testimoni di Geova si presentano come “cristiani”, si considerano il vero cristianesimo e sembrano aggrapparsi alla Bibbia come unica norma per le loro dottrine e pratiche. In una nuova forma di arianesimo, tuttavia, respingono la natura divina di Gesù Cristo e la Trinità di Dio, oltre a manipolare la Sacra Scrittura.

1. I Testimoni di Geova affermano che l'unica fonte di rivelazione di Dio è la Bibbia, ma la interpretano in modo fondamentalista, manipolatorio e parziale.

L'apparenza cristiana della setta è dovuta innanzitutto alla centralità che viene data alla Sacra Scrittura nella sua dottrina e nella sua vita. La sua “Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture” contiene moltissimi errori consapevoli e volontari riaffermati nelle sue dottrine, sottoponendo così la Rivelazione ai dettami della corporazione imprenditoriale che dirige i Testimoni, la Watchtower Bible and Tract Society di New York. Sono stati cambiati, ad esempio, molti versetti che screditano direttamente le posizioni non cristiane dell'organizzazione su Dio, Gesù Cristo, l'escatologia o la Chiesa.

Detto ciò bisogna aggiungere che, partendo dalla difesa protestante del libero esame della Scrittura da parte di ogni individuo illuminato dallo Spirito Santo, i Testimoni di Geova sono passati a un'interpretazione “libera” da parte dell'organizzazione che dirige gli adepti e stabilisce in modo ferreo e infallibile (pur con mutamenti in base alle epoche) come questi debbano leggere, interpretare e applicare la Bibbia nella vita quotidiana. Alcuni elementi vengono sottolineati eccessivamente, mentre altri aspetti della rivelazione vengono emarginati nella dottrina e nella prassi della setta.

2.  Sulle porte delle “Sale del Regno” (le loro sedi) e nelle loro pubblicazioni si legge “Testimoni cristiani di Geova”, ma per loro Gesù non è Dio, per cui si collocano al di fuori della fede cristiana.

I Testimoni di Geova sostengono che Gesù è l'unico mediatore tra Dio e gli uomini, ma non ha natura divina. È figlio di Dio, ma è solo la più eccelsa delle creature, è creato e non generato, contravvenendo così alla fede di tutte le Chiese e comunità cristiane. Per i Testimoni di Geova, considerare Gesù Dio è una “paganizzazione” della dottrina cristiana originaria, facendo sì che il Maestro formi parte di una triade estranea alla rivelazione biblica. È il secondo per importanza nell'universo, sempre sotto Geova.

 Il monoteismo dei Testimoni di Geova è dunque stretto e non trinitario, e nella sua comprensione della divinità di Dio e dell'identità di Cristo si avvicina alla dottrina dell'islam, ma aggiungendo un elemento di corporeità di Dio, del quale si conosce l'ubicazione fisica: il suo trono è collocato sopra la costellazione delle Pleiadi. Nel loro sunto dogmatico, i Testimoni affermano che “Geova è l'unico vero Dio”, e poco dopo aggiungono che “Gesù Cristo è il Figlio unigenito di Dio, l'unico creato direttamente da Dio. Gesù è stato la prima creazione di Dio… non ha mai preteso di essere uguale a Dio”. Nelle parole e nelle opere di Cristo si può tuttavia riscontrare la sua autocomprensione divina.

3. Non solo ritengono Gesù un essere creato, ma lo identificano con l'arcangelo Michele e deformano il senso della sua morte e risurrezione.

Per i Testimoni di Geova, Gesù Cristo è la prima creatura creata ed ha aiutato Geova Dio a realizzare il resto della creazione. Prima della sua incarnazione sostengono si chiamasse Michele, impiegando la Scrittura in modo distorto. Per questo lo identificano con l'arcangelo San Michele. Non c'è stata incarnazione divina come la intendono tutti i cristiani, ma il trasferimento dell'identità preesistente di Gesù all'embrione di un uomo, che è poi divenuto Messia al momento del suo battesimo.

Per questa ragione, come spiega anche l'esperto Manuel Guerra, per i Testimoni di Geova Gesù e Michele sono la stessa persona dal momento del battesimo nel fiume Giordano. Morendo in croce è stato distrutto il suo io. Risuscitando ha ricevuto un corpo immateriale, perché il suo corpo fisico riposa incorrotto aspettando di essere mostrato nel millennio che precederà la fine dei tempi. Per i Testimoni, quindi, Gesù non avrebbe recuperato la propria vita, ma sarebbe stato “elevato come creatura spirituale divina”. Nelle apparizioni ai discepoli, ciò che ha fatto è stato assumere forma corporea, come avevano fatto tante volte gli angeli in precedenza. Ciò significa che non si è verificata una vera risurrezione dell'essere completo di Gesù, in anima e corpo. Questo elemento scalza tutta la fede cristiana, che come ripeteva San Paolo si basa sull'evento di Cristo risorto.

4. Poiché per loro Gesù non è Dio, i Testimoni di Geova respingono molti elementi importanti della vita cristiana.

Il rifiuto della divinità di Cristo ha influito direttamente su molte delle loro pratiche, che li allontanano quindi dal cristianesimo, anche se si è verificata un'evoluzione nel corso della loro storia, con una radicalizzazione dei segni anticristiani. Ciò si può vedere nel rifiuto della croce (affermano che Gesù sia morto su un semplice palo verticale, anche se inizialmente hanno accettato la croce e l'hanno utilizzata), della celebrazione del Natale, della formula trinitaria del battesimo… Ovviamente negano non solo il ruolo della Vergine Maria nell'opera della Salvezza, un aspetto oggetto di discussione nel dialogo ecumenico tra le Chiese e le comunità cristiane, ma anche la sua maternità divina, elemento accettato logicamente da tutti i cristiani.

5. Lo Spirito Santo non è per i Testimoni di Geova un essere personale, ma la forza o energia con cui Dio agisce.

Questa è la loro considerazione della realtà dello Spirito Santo. Ne parlano con iniziali minuscole e non appare direttamente nel loro sunto di fede. Nel loro stretto monoteismo, i Testimoni di Geova sostengono che non può essere una persona, ma che è “la forza attiva di Dio… una forza potente che Dio fa emanare da sé per realizzare la sua santa volontà”. Quando lo Spirito Santo appare nella Bibbia come soggetto di qualche azione, i Testimoni di Geova rispondono che ad agire sono angeli o uomini per conto di Dio.

6. I Testimoni di Geova non solo si ritengono veri cristiani, ma respingono con vigore il cristianesimo come opera del demonio.

I Testimoni di Geova arrivano ad equiparare tutte le confessioni religiose, cristiane e non, poiché dal loro punto di vista sono gli unici veri cristiani. Quelle che definiscono “organizzazioni religiose dominanti” sono in realtà la Babilonia biblica, destinata alla condanna. Giungono ad affermare che “il Diavolo stesso è in realtà colui che riceve onore da tutti coloro che non adorano il Dio vero che Egli ha segnalato, anche se forse affermano di essere cristiani”. Si tratta della religione falsa.

In base alle pubblicazioni della setta, nei primi secoli del cristianesimo si è verificata un'apostasia, dato che Satana ha agito per creare prima il papato e poi la riforma protestante. Per questo i Testimoni di Geova non sono disposti a partecipare ad alcuna forma di dialogo ecumenico, considerandosi gli unici depositari della verità divina.

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