Riscuote sempre più successo lo stile di vita del “Sono spirituale ma non religioso”. Ma cosa c'è dietro questo atteggiamento? Le istituzioni come le Chiese sono considerate rigide e coercitive, ma non ci sarà forse dietro un tentativo di sfuggire alle responsabilità e scegliere solo l'aspetto più semplice e meno impegnativo?
Per Alan Miller, co-direttore del The New York Salon, il ritornello sempre più ossessionante del “Sono spirituale, ma non religioso” è “uno degli aspetti più retrogradi della società contemporanea” e sottolinea “l'implosione della fede che ha colpito al cuore la società occidentale” (Religion.blog.cnn.com, 29 settembre).
Ad essere interessati da questo nuovo “movimento” – che in realtà non si può definire propriamente tale perché ciò presupporrebbe un aspetto organizzativo invece mancante – sono soprattutto i giovani, anche se studi recenti hanno indicato che la gente non ha realmente smesso di credere in Dio, ma si è allontanata dalle istituzioni formali.
“Sembra che il semplice fatto di far parte di un'istituzione religiosa sia oggi associato a qualcosa di negativo, spaziando dal diritto religioso all'abuso di bambini fino alle Crociate e ovviamente al terrorismo contemporaneo”, ha osservato Miller.
Quanti dicono di essere spirituali ma non religiosi sostengono che essendo indipendenti – “scegliendo un 'rapporto individuale' con qualche concetto di 'potere superiore', energia, unicità ecc.” – sono in una relazione più profonda rispetto a chi è inserito in un'istituzione ampia come una Chiesa.
Un atteggiamento di questo tipo “si adatta al messaggio che stiamo ricevendo sempre più frequentemente per cui 'sentire' qualcosa in qualche modo è più puro e forse più 'vero' che doversi adattare alla dottrina, alle pratiche, alle regole e alle osservazioni di un'istituzione formale”.
L'approccio “spirituale ma non religioso” vede l'essere umano come qualcuno che “vuole semplicemente sperimentare 'cose belle' e 'sentirsi meglio'. C'è una ben scarsa trasformazione, e nulla che sottolinei un qualsiasi tipo di progetto che possa ispirarci o modificarci”.
Secondo Miller, alla base di questo atteggiamento c'è il fatto di non voler prendere decisioni. “Prendete posizione!”, esorta. “Quale? Credere in Dio e nella Scrittura o impegnarsi nei confronti dell'ideale illuministico della conoscenza basata sull'uomo, della ragione e dell'azione? Essere spirituali ma non religiosi evita di dover pensare troppo al fatto di dover decidere”.